Non mi sono mai piaciute le giornate dedicate a qualcuno o a qualcosa, sia questo il papà, la donna, l’acqua, l’aria o chessò io. Nelle celebrazioni vedo la carenza più che l’esistenza: se ne parla quel giorno, e poi?

Così, a maggior ragione, è per la Giornata Mondiale della Terra, che si celebra il 22 aprile di ogni anno. Si celebra quel giorno e ci se ne dimentica gli altri dell’anno. Diamo un po’ di numeri per capire il dramma che si sta consumando.

Clima. I 10 anni più caldi degli ultimi 132 si sono verificati tutti dal 1998 a oggi. A settembre 2012 la superficie dei ghiacci marini artici è risultata essere di 3,41 milioni di chilometri quadrati, 760.000 kmq in meno del precedente record registrato il 18 settembre del 2007 (un’area grande quanto lo stato del Texas).

Inquinamento. Le emissioni di CO2 sono aumentate del 49% rispetto al 1990.

Specie a rischio. Gli elefanti. Nel solo 2011 è stato confiscato avorio proveniente da 2.500 elefanti. Nel bacino del Congo gli elefanti di foresta stanno precipitando verso l’estinzione : negli ultimi 10 anni il 62% della popolazione è stata massacrata. I rinoceronti. Oggi delle 30 specie ne rimangono 5 che vivono in Asia e Africa. Le tigri. Ad oggi abbiamo perso il 97% delle tigri selvatiche, e non sono rimasti che 3.200 esemplari in tutto il mondo. L’orso bruno. La popolazione alpina si stima sia di appena 45-48 individui e di una trentina la popolazione appenninica di orso bruno marsicano.

Foreste. La perdita netta annuale di aree forestali tra il 2000 ed il 2010 è stata di 5,2 milioni di ettari – un’area pari alle dimensioni del Costa Rica.

Zone umide. Circa due terzi delle zone umide d’Europa sono scomparse negli ultimi 50 anni, e quelle che rimangono sono minacciate dall’inquinamento diffuso dell’agricoltura o dagli scarichi industriali e civili.

Cibo. Delle oltre 7 mila specie che l’uomo ha coltivato attraverso i secoli, oggi solo 150 specie di piante compongono la dieta della maggioranza della popolazione del mondo. Di queste solo 12 forniscono oltre il 70% dei prodotti alimentari e 4 specie (riso, mais, frumento e patate) costituiscono oltre il 50% dell’approvvigionamento mondiale di cibo

Infine, noi uomini, la causa del disastro. Nel 1960 eravamo tre miliardi, alla fine del 2011 siamo sette miliardi.

Ditemi, perché non lo capisco: cosa serve festeggiare la giornata della Terra? Dal 1970, anno in cui si è avuta questa bella pensata, la salute del pianeta è drammaticamente peggiorata.

 

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