Il camioncino del gelato sta a New York come il “paninaro” sta a Roma. I venditori ambulanti di cibo Usa, però, si sono evoluti. Dai loro banconi fumanti non escono più solo tacos, ma di tutto e di più, pure qualche specialità: come Kelvin Natural Slush, che fa solo granite fresche, o Wafels & Dinges, dove si possono addentare wafel straripanti di panna e succo d’acero la mattina e ricoperti di pollo fritto la sera. Ma, soprattutto, i “food truck” si sono moltiplicati a dismisura. Se ne incrocia uno a ogni metro quadrato disponibile della City, specialmente nel Midtown in pausa pranzo, dove migliaia di colletti bianchi nine to five si mettono in fila per godersi all’aria aperta porzioni abbondanti di street food a meno di 10 dollari.

Sono così tanti che la municipalità sta addirittura discutendo una proposta di legge per regolamentare il parcheggio di questi mezzi – organizzati nella Nyc Food Truck Association – subissati da multe e da proteste per le soste abusive. «A New York servono due anni di attesa per ottenere un’autorizzazione», ci racconta un imprenditore italiano che vive nella Grande Mela. Quello del “food truck” diffuso è una tendenza importata dalla California, esplosa negli ultimi anni anche dall’altra parte degli Stati Uniti. E ce n’è per tutti i gusti: venditori di fish & chips, yogurt frozen fino ai più svariati burger.

Vanno forte i camioncini per vegani, i taco bite o quelli dove mangiare carne in tutte le salse come Korilla Barbecue. Ma come rintracciare il proprio “truck” di fiducia? Solo seguendolo su Twitter fino a poco tempo fa, adesso direttamente dallo smartphone con un’app: su Tweat.it o Roaming Hunger è possibile localizzare lo street food più vicino in pochi secondi, selezionandolo per categoria. E se il furgoncino si sposta da una zona all’altra della città, i newyorkesi possono dormire sonni tranquilli: ci sono i live update di ogni suo movimento.

di Natascia Gargano

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