Un miliardo e trecento milioni di euro. È il maxi taglio che la giunta siciliana guidata da Rosario Crocetta ha attuato al bilancio regionale del 2013. Un bilancio lacrime e sangue quello che dovrà essere votato entro fine mese dall’Assemblea regionale siciliana. Un documento in cui tutte o quasi le voci presentano sensibili tagli rispetto al passato. E del resto con una relazione della Corte dei Conti che a fine 2012 calcolava in ben sei miliardi di euro il buco nelle casse della Regione Sicilia, non si poteva fare altrimenti: l’ombra del default non si è mai allontanata del tutto. E mentre si aspetta che il testo del governo approdi in aula iniziano a fioccare le prime polemiche. Soprattutto per alcune spese per gli uffici del governatore che, contrariamente, a tutte le altri voci, sono aumentate.

Gli uffici di gabinetto e le spese direttamente collegate alla presidenza infatti fanno registrare un incremento esponenziale: da quasi 350 mila euro a due milioni e mezzo. Un aumento su cui pesa senza dubbio l’introduzione di circa due milioni di euro per la “pubblicizzazione di argomenti riguardanti la Regione Siciliana”. Dopo il siluramento dei ventuno giornalisti dell’ufficio stampa, Crocetta ha quindi ha intenzione di puntare molto sul pubblicità per sponsorizzare il suo operato da governatore. Ma un aumento sensibile si registra anche nella spesa per il cerimoniale della presidenza che lievita da 150 mila a 700 mila euro. Crescono, ma in maniera meno eccessiva, le spese per i pareri esterni della presidenza (da 5 mila a 25 mila) e per i consulenti (da 70 mila a cento mila euro). Compare poi un’inedita voce: per la propaganda dell’autonomia regionale infatti si spenderanno 50 mila euro. Una spesa che non era prevista nemmeno dall’autonomista duro e puro Raffaele Lombardo, e che sarebbe servita, tra le altre cose, alla stampa delle copie dello Statuto Siciliano con prefazione dello stesso Crocetta.

“Io sono l’esempio dei tagli più drastici attuati nei confronti della spesa discrezionale: i fondi riservati sono passati da 500 mila dal 2012 a 100 mila, quelli di rappresentanza sono stati ridotti di 200 mila euro” è stata la difesa del governatore. Adesso la palla passa all’Assemblea regionale che avrà soltanto quindici giorni di tempo per approvare il bilancio. “Avrei voluto esprimere un mio parere sul Bilancio, ma purtroppo non posso, perché ad oggi non abbiamo ricevuto ancora alcun documento. Chiedo quindi al Presidente di spiegarci bene, il giorno del voto, cosa andremo ad approvare, perché non voglio ritrovarmi nella condizione di dover votare a scatola chiusa qualcosa che non è stato rivisto e discusso “ è stata la sottile stilettata che Giancarlo Cancelleri, capogruppo del Movimento 5 Stelle, ha riservato ai ristrettissimi tempi di elaborazione del bilancio da parte del governo. E se le spese per gli uffici collegati al presidente sono aumentate, dall’altra parte il bilancio prevede invece pesantissimi tagli in ogni settore: un milione e mezzo in meno andrà a musei regionali, un milione sarà invece tagliato all’assessorato alla Famiglia, ben otto i milioni di euro tagliati dal contributo alle Università, più una profonda sforbiciata di dieci milioni che colpirà le borse di studio per gli specializzandi in medicina. Pesanti (quasi 12 milioni di euro) anche i tagli nei contributi ai teatri, all’orchestra sinfonica siciliana, e alle società partecipate dalla regione. Tagliati di 400 mila euro anche i capitoli di spesa per le vittime del racket e della mafia, mentre ammonta a 200 mila euro il taglio sulle spese per la costituzione della Regione nei processi contro Cosa Nostra. Un taglio inaspettato per un governo guidato proprio da un minacciato di morte da parte della criminalità organizzata. Ma evidentemente in tempi di crisi bisogna tirare la cinghia su tutto. O quasi.

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