Sel mi chiede le dimissioni. Non appena la richiesta verrà formalizzata la accoglierò”. A parlare – anzi, a twittare – è Michele Emiliano, sindaco di Bari, che interviene ancora in merito allo striscione di bentornato che sabato scorso aveva voluto dedicare a Silvio Berlusconi e che tanto aveva fatto discutere. Una polemica che, come una valanga, si va ingigantendo ora dopo ora. E rischia addirittura di sfociare in una crisi a Palazzo di Città. Tutto nasce dalle quelle cinque parole (“Caro Silvio, bentornato a Bari”), esposte a caratteri cubitali dal balcone del Comune, sotto cui Berlusconi sabato pomeriggio scorso ha tenuto il suo comizio. Come il sindaco ha spiegato più volte, lo striscione voleva essere al contempo una maniera per mostrarsi cordiali nei confronti dei propri avversari politici. E ricordare al Cavaliere quel recente passato in cui a Bari preferiva non farsi vedere, per colpa degli scandali sessuali.

Ma il messaggio è stato poco compreso dal centrosinistra barese, e ancor meno gradito. Alcuni elettori hanno espresso le loro rimostranze sulla pagina Facebook del sindaco. Ma le critiche più accese sono venute proprio dall’interno dello schieramento che sostiene la sua giunta in Comune. Gli esponenti del Pd si sono limitati a sottolineare come l’iniziativa presa da Emiliano fosse del tutto personale. Meno tenera, invece, è stata la reazione dei membri del partito di Nichi Vendola. Sabato scorso Nicola Laforgia, consigliere comunale del gruppo ‘Sinistra per Bari’, aveva scritto su Facebook: “Mi dissocio da questa occupazione del palazzo comunale da parte del sindaco”. Parole pesanti che però non avevano avuto seguito, se non un articolo apparso stamattina sul dorso barese di Repubblica in cui si paventava la fuoriuscita dei vendoliani dalla maggioranza. Un’ipotesi a cui Emiliano ha risposto addirittura minacciando le dimissioni. “E’ una provocazione assurda – replica al fattoquotidiano.it lo stesso Laforgia – Noi ci aspettavamo delle spiegazioni un po’ meno fumose di quelle che ci sono stata date. Ma come al solito il sindaco invece di rispondere sull’argomento reagisce in malo modo”.

“Quello striscione – prosegue Laforgia – ci è parso sbagliato dal punto di vista istituzionale e del contenuto. E lo abbiamo detto in maniera schietta, come siamo abituati a fare. Del resto, quando si sta insieme in una maggioranza dovrebbe funzionare così, si dovrebbe poter parlare e discutere. Ma se non è più possibile farlo e le divergenze di opinione vengono catalogate come peccati di lesa maestà ne trarremo le opportune conclusioni”. Insomma, lo strappo con i vendoliani fino a stamattina era solo un’interpretazione giornalistica (così l’ha definita Laforgia). Adesso proprio in virtù dell’uscita fragorosa di Emiliano diventa una possibilità concreta. Anche perché il sindaco non sembra voler fare marcia indietro, come si evince dagli ultimi twitt pubblicati: “Lo rifarei 100 volte. E data la grande importanza che lo striscione di ‘bentornato’ sta assumendo ho deciso di metterlo in vendita su e-bay”, ha scritto. Aggiungendo un sarcastico suggerimento: “La sinistra barese può comprarlo e bruciarlo durante un comizio anti-Berlusconi”. Con tanto di smile. E la polemica continua.

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