A Tunisi, nel campus universitario di Al Manar, alcune ragazze con il niqab hanno protestato pubblicamente contro l’amministrazione universitaria delle facoltà scientifiche per affermare il loro diritto a fare gli esami indossando il velo integrale. L’amministrazione della facoltà replica che il problema è legato all’identificazione. Come verificare che il documento di identità corrisponda ad una persona che non si può vedere? Il dibattito sul velo integrale all’università è tanto più forte in Tunisia quanto è recente la possibilità di indossarne uno, qualunque esso sia: “Abbiamo lottato per poter portare il velo, per potere studiare portando il velo”, dice Emn Dridi, la più giovane rappresentante nella Shura di Ennhada, il partito islamico al governo. Sotto il regime di Zine El-Abidine Ben Ali era vietato lavorare o frequentare l’università portando il velo in ogni sua forma. Ma che la libertà di indossare niqab o hijab sia sinonimo di una maggiore libertà di espressione è un’opinione tutt’altro che condivisa: “Non è vero che oggi c’è più libertà per le donne tunisine. La sola libertà è che chi vuole portare il velo può farlo liberamente” dice la blogger e attivista Lina Ben Mehnni. La discussione sul niqab all’università è in ogni caso il termometro di una tensione non solo tra partiti secolarizzati e partiti religiosi in Tunisia, ma sopratutto tra il partito al governo Ennhada e i partiti e le organizzazioni salafite di Emilia Uski Audino
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