L’ente provinciale di Parma tira la cinghia per far fronte ai tagli crescenti dei trasferimenti statali e a mettere mano al portafogli questa volta sono anche il presidente Vincenzo Bernazzoli e la sua giunta. Il capo della Provincia, che rimase sulla sua poltrona anche da candidato sindaco del Pd nelle scorso amministrative (poi perse contro il Movimento 5 stelle), ora segue l’esempio del suo ex avversario Federico Pizzarotti. E lo fa riducendosi l’indennità del 10 per cento, che passerà da 5.466,19 mensili a 4.919,57 euro lordi.

Come Bernazzoli, anche il vicepresidente della Provincia e gli assessori avranno buste paga ridotte dal 10 al 40 per cento a seconda dei casi. Il braccio destro del presidente, Pierluigi Ferrari, riceverà un’indennità di 2.992,73 euro lordi rispetto ai precedenti 4.099,63 euro (-27 per cento), così come l’assessore ai Servizi sociali Marcella Saccani, che passerà dai 3.553,02 euro lordi ai 2.593,70. Per i delegati alla Mobilità Andrea Fellini e alla Scuola Giuseppe Romanini il taglio sarà del 40 per cento, con somme che dai 1.776,51 euro scenderanno a 1.065,91 euro lordi. Del 22 per cento infine saranno i tagli agli assessori Manuela Amoretti (Politiche lavorative), Giancarlo Castellani (Ambiente), Francesco Castria (Sicurezza), Ugo Danni (Infrastrutture), Agostino Maggiali (Turismo) e Roberto Zannoni (Bilancio), che riceveranno 2.771,36 euro lordi invece di 3.553,02.

I tagli consentiranno un risparmio annuale di 140mila euro totali, che saranno destinati al fondo salva sfratti 2013 istituito dalla Provincia e che consentiranno di aiutare una decina di famiglie che rischiano di rimanere senza un tetto. “La nostra non è una scelta fatta per demagogia – ha detto Bernazzoli – ma perché vogliamo dare l’esempio dello sforzo collettivo che l’ente sta facendo insieme ai cittadini e dimostrare che le istituzioni non sono estranee alle difficoltà del territorio”.

Con le riduzioni delle buste paga, si risparmia il costo di circa quattro assessori, ma la scelta consapevole è di ridurre le indennità ma di mantenere la presenza sul territorio: “Vogliamo rimanere in campo fino a quando ci diranno cosa dobbiamo fare – ha spiegato Bernazzoli – anche se il periodo è difficile e facciamo sempre più fatica”.

La decisione è stata annunciata durante la presentazione di un bilancio 2013 low cost che sfiora i 100 milioni di euro, con investimenti al minimo e spese ridotte all’osso, nell’incertezza del futuro degli enti provinciali. Dei 97 milioni e 790mila euro messi nero su bianco, 50 milioni andranno in spesa corrente e 31 milioni in conto capitale. La maggior parte degli investimenti saranno destinati a opere pubbliche (22,6), formazione (13,6), viabilità (4,5) e ambiente e parchi (1,6). Poi ci sono le entrate, con fondi statali da 2,3 milioni e regionali per 22, tasse per 43 milioni di euro (con quella sull’auto passata dal 14 al 16 per cento) e alienazioni (dal patrimonio immobiliare alle azioni di Autocisa).

Il bilancio è sano, non ci sono debiti, ma questo non cambia i problemi che vanno affrontati anche senza soldi: nel territorio ci sarebbe da fare molto e le risorse sembrano non bastare mai, soprattutto di fronte a situazioni d’emergenza come quella delle frane che negli ultimi giorni stanno mettendo a dura prova l’Appennino parmense. E le cose non sembrano migliorare, visto che nel recente decreto sul pagamento delle pubbliche amministrazioni alle imprese c’è la previsione di un ulteriore taglio che porterebbe la Provincia di Parma a passare da 5,6 milioni a 8,9, con la perdita di oltre 3 milioni di euro. “La situazione è indefinita e dimostra che non siamo in un Paese serio – ha aggiunto con amarezza il presidente Bernazzoli – Mi auguro che il destino delle Province venga definito presto, perché così non si può continuare. Così si porta a una distruzione inutile di un’istituzione che può diventare dannosa per il territorio. Noi per ora non scappiamo, ma se si continua a tagliare, saremo costretti a rinunciare alle nostre funzioni perché non riusciremo più a garantire i servizi. Allora qualcuno dovrà prendere il nostro posto”.

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