Michele Serra, in una amaca di qualche giorno fa, scrive di uno Stato che quando assiste o protegge è considerato amico e quando bastona o pretende passa, inevitabilmente tra le file dei nemici. Scrive, non del tutto a torto, che lo Stato sono i cittadini che lo compongono.

Ha scritto questo pezzo in relazione alle contestazioni che la Presidente della Camera, on. Boldrini, ha subito durante la partecipazione ai funerali di due disgraziatissimi coniugi marchigiani morti di crisi e di troppa dignità.

Scrivo di dignità perché ciò che non assume, nella sua nota, Michele Serra riguarda il mondo dei diritti e il mondo dei doveri. Sempre più spesso i diritti di cittadini e cittadine si riducono a suppliche e relative furbizie. Al contrario i doveri, si stanno tramutando in ordini e comandamenti, ribaltando quella forma di equilibrio che dovrebbe far sì che uno Stato rappresenti la somma dei cittadini sotto forma di organizzazione strutturata.

Quando i diritti vengono derubricati a forme possibili di accesso e tali forme a reti di relazioni, si snatura il concetto fondamentale di diritto che acquisisce, al contrario, la dimensione della elemosina o della prebenda. Di contro i doveri si riducono a forme di sospetto diffuso nei confronti del cittadino, incarnate, tali forme, nell’unica macchina perfetta che lo stato è riuscito a mettere in piedi: Equitalia.

Ci si dovrà domandare perché tutto l’apparato pubblico odora, in maniera sgradevole, di inefficienza, di lentezza, di assoluta discrezionalità mentre la macchina che recupera soldi (evasi o elusi o anche mai evasi e mai elusi) sia straordinaria per organizzazione e tempestività.

La cerniera, quel semplice meccanismo che fondeva, idealmente e concretamente, il partito del Pubblico e il partito del Privato si è semplicemente rotta. La distanza si fa sempre più lontana e ne fa fede, notizia di oggi, la messinscena ridicola e imbarazzante, visti i tempi di licenziamenti di massa, dei dipendenti del Comune di Milano i quali denunciano l’assurdo “aumento di 5 centesimi del caffè delle macchinette automatiche”.

I cittadini privati potrebbero, proprio nei loro riguardi, denunciare il fatto che i tempi della burocrazia da loro gestita, sono tempi innaturali, e che il danno di tali tempi va ben oltre i 5 centesimi del caffè. In questa frattura si consumano le proteste e la rabbia di coloro che hanno contestato la Boldrini. Incolpevole e innocente per storia e giovinezza di servizio. Ma pur sempre rappresentante di un partito, lo Stato, incapace di governare i processi verso una nuova grammatica dei diritti e dei doveri che riequilibrino in maniera sostanziale le posizioni tra il cittadino e l’organizzazione pubblica.

In tutta onestà di questo Stato milioni di cittadini non sanno più che farsene.   

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