Una rappresentanza che non rispecchia la situazione reale del paese. Andrea Defranceschi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, commenta così l’elezione dei tre grandi elettori dell’Emilia Romagna che parteciperanno al voto per il Presidente della Repubblica. Tra gli esponenti del Partito Democratico sono stati eletti Vasco Errani, governatore della Regione e Palma Costi, presidente dell’Aula e una delle tre donne designate dalle regioni a livello nazionale, mentre per l’opposizione si è scelto Enrico Aimi, rappresentante del Popolo delle Libertà. Una spartizione che non è piaciuta al Movimento Cinque Stelle: “Uno dei tre delegati è riservato alla minoranza – ha commentato il consigliere – per questo ho deciso di autocandidarmi. E ho anche dovuto votare per me stesso”. Tre i voti in totale quelli ottenuti da Defranceschi, con l’appoggio dichiarato dello stesso Giovanni Favia, ex consigliere del gruppo a 5 Stelle, proprio da oggi nel gruppo misto: “Ho la convinzione che l’esponente indicato dal Pdl non mi possa rappresentare, quindi la mia scelta è per Andrea”, aveva detto poche ore prima del voto. Una presa di posizione che non è andata a buon fine, lasciando spazio a qualche commento amareggiato.

“Si tratta di una scelta fuori dalla realtà – ha continuato Defranceschi – il Movimento 5 Stelle dopo le scorse elezioni è la seconda forza politica del paese e questo basta per farci chiedere che il rappresentante della minoranza spetti a noi”. Una scelta quella di autocandidarsi provocatoria nei confronti dell’Assemblea Regionale: “La mia era una questione di principio. Guardando la situazione politica attuale, non possiamo certo dire che Pdl o Lega siano la seconda forza del paese. I partiti devono cominciare a considerare il nostro risultato elettorale”. I Grandi Elettori sono i delegati regionali che secondo la costituzione partecipano alla seduta congiunta delle camere per l’elezione del Presidente della Repubblica. “So che i delegati inviati dall’Assemblea Regionale non hanno una grande influenza, ma volevo dire la mia a proposito. Ora parteciperò come gli iscritti del Movimento alla scelta online del nostro candidato”. Il consigliere Defranceschi ha in testa un nome, ma preferisce non influenzare nessuno: “L’elezione si prospetta come un passaggio complesso, in un’Italia frammentata in tanti blocchi. Spero che il prossimo Presidente della Repubblica sia davvero una persona fuori dalle logiche dei partiti, un volto nuovo e pulito”.

 

La prima tappa per l’elezione del successore di Giorgio Napolitano per il Movimento 5 Stelle si svolgerà online. La proposta dei candidati infatti potrà essere fatta dagli iscritti sul sito beppegrillo.it l’11 aprile dalle 10 alle 21. Tra questi verranno scelti i dieci più votati, che saranno sottoposti ad un’altra votazione due giorni prima della consultazione in aula. Il vincitore sarà il nome proposto dagli eletti in Parlamento. Emma Bonino, Gino Strada o Milena Gabanelli: le ipotesi che trapelano dalle sedute degli eletti del Movimento vengono dalla società civile o dal mondo della cultura italiana. Poche le dichiarazioni ufficiali: “Non avrebbe senso che influenzassimo i cittadini – ha dichiarato il deputato Manlio Di Stefano – noi siamo solo 163 e in confronto agli elettori in rete non abbiamo certo più potere”. Un silenzio che accomuna molti esponenti dei partiti che preferiscono non sbilanciarsi in un clima di tensione sempre più alta. Trovare un nome che metta d’accordo le diverse anime del paese è la sfida che dal 15 aprile prossimo, data della convocazione ufficiale di Laura Boldrini, presidente della Camera, unirà le forze politiche. Da giovedì 18 invece, potrà cominciare la seduta congiunta. “Si tratta di un passaggio importante per il nostro paese – ha concluso Defranceschi – e come rappresentanti della minoranza dell’Emilia Romagna avremmo dovuto essere presenti”.

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