Silvio Berlusconi smentisce di puntare a incarichi istituzionali per sé. E in un messaggio pubblicato sul sito Forzasilvio.it torna a rivolgersi al Pd perché si arrivi a una larga intesa. Intanto sul fronte opposto continuano le polemiche tra i democratici dopo le frasi di Matteo Renzi sulla perdita di tempo di questa fase politica e sulla necessità di andare al voto se non si raggiungono larghe intese. Oggi dai renziani è arrivato l’attacco al giornale di partito lUnità, che in prima pagina ha titolato: “No di Renzi al governo Bersani”, un titolo ritenuto fuorviante. Dal canto suo il sindaco di Firenze ha negato che per il momento sia possibile un suo incarico come premier. 

Berlusconi: “Voto anticipato non è prima scelta”
“Come sapete bene non chiedo nulla per me, né ruoli istituzionali nè ruoli di governo”, assicura il Cavaliere in un messaggio su Forzasilvio.it. ”Il ricorso alle urne entro giugno – continua Berlusconi – non rappresenta la nostra prima scelta perché noi sappiamo bene che la cosa più urgente è far uscire il Paese dalla crisi nel tempo più breve possibile. Noi riteniamo quindi prioritario ed anzi, indispensabile, dare vita subito a un governo stabile e forte”. E in tal caso il leader del Pdl ribadisce la propria disponibilità ad appoggiare un esecutivo guidato dal Pd. “Soltanto se il Partito Democratico dirà ‘no’ a questa soluzione, si dovrà ricorrere alle elezioni anticipate”.

Nega quindi di volere il voto, Berlusconi. E questo nonostante ”se si rivotasse saremmo in grado, secondo gli ultimi sondaggi, di prevalere sia alla Camera che al Senato”. Una dichiarazione che viene dopo le indiscrezioni degli ultimi giorni, secondo cui il Cavaliere era pronto a fare saltare il banco il prima possibile. Con un unico obbiettivo, prorpio quello del voto. E se Berlusconi nega di aspirare a ruoli istituzionali e alle urne, Matteo Renzi smentisce che la scorsa settimana ci sia stata per lui la possibilità di salire al Quirinale e ricevere l’incarico di formare un nuovo governo. “L’unico colle che posso frequentare è da queste parti, ed è Piazzale Michelangelo”, ha aggiunto in collegamento con Radio 105 il sindaco di Firenze, con riferimento al colle da cui si ha una vista panoramica sul centro della città. 

Polemiche nel Pd
Renzi è poi tornato sulla necessità di trovare in fretta una soluzione, dopo il botta e risposta con Giorgio Napolitano che ha negato si stia perdendo tempo. ”Io personalmente sarei per andare a votare – ha detto il sindaco di Firenze -. Ma siccome non è importante quello che penso io, ma quello che pensano gli italiani, bisogna fare qualcosa”. Riguardo a un’intesa tra Pd e Pdl, ha negato di esserne il principale fautore. ”Se devono fare un’alleanza, Berlusconi si fida molto più di D’Alema e Bersani che non dei nuovi innesti del Pd: è da tempo che si conoscono, e più facile che trovino un accordo loro”. Il sindaco di Firenze frena anche sull’ipotesi di una scissione dei democratici. “Uscire e farsi un partito non ha senso, ce ne sono già troppi”.

Ma anche questa mattina non ha risparmiato qualche critica al segretario: “Adesso – ha spiegato – o Bersani riuscirà a spaccare i 5 Stelle oppure farà un accordo con il Pdl. Si stanno parlando: Migliavacca ha parlato più volte con Verdini”. Il sindaco di Firenze ha ricordato che “Bersani ha provato a fare l’accordo con Grillo e Grillo gli ha detto di no. Lo abbiamo capito tutti anche perché Grillo glielo ha detto con quella grazia e sobrietà naturale che ha. Gli ha detto di tutto, ci mancava solo che gli offendesse la mamma. Si può dire tutto di Beppe Grillo meno che non sia chiaro”.

Renziani contro l’Unità
Intanto all’interno del partito è scoppiata la polemica su l’Unità, che oggi ha aperto la prima pagina titolando: “No di Renzi al governo Bersani”. “Con tutti i problemi che ha il Paese che il giornale del mio partito titoli su Renzi, non mi pare il caso”, ha detto Simona Bonafè parlamentare del Pd. La deputata ha dato il via all’attacco portato dai renziani al quotidiano del Pd. “L’Unità, con il titolo sparato oggi in prima pagina, falsifica totalmente la realtà, danneggiando e indebolendo, tra l’altro, proprio il segretario Bersani – ha affermato Paolo Coppola -. Viene da chiedersi il perché di questa scelta ? Chissà se qualcuno chiarirà questo dubbio”.

“Ricomincia la vergognosa propaganda dell’Unità e di Youdem contro Matteo Renzi”, è l’opinione di Roberto Reggi, renziano, sulla sua pagina Facebook. “Matteo non ha parlato di governissimo, ma di un patto costituente di 6 mesi da cui far nascere la terza repubblica. Un patto, anche con chi rappresenta 10 milioni di elettori, con cui cambiare la legge elettorale, sostituire il Senato con la Camera delle Autonomie,abolire le Province, abolire il finanziamento pubblico ai partiti ed occuparsi urgentemente dei drammmatici problemi che attanagliano le nostre famiglie e le imprese”.

Il deputato Matteo Richetti è arrivato addirittura a chiedere le dimissioni del direttore del quotidiano: ”Se il titolo è ‘scappato’ – ha scritto su Facebook – Sardo farebbe bene a lasciare, non serve un direttore distratto. Se il titolo è voluto, Sardo farebbe bene a lasciare, non serve un direttore in malafede. Se il titolo è imposto o suggerito da altri, più contigui alle esigenze di partito (e di parte), Sardo farebbe bene a lasciare, all’Unità serve un direttore”. Alla richiesta di Richeti ha replicato Stefano Traglia, portavoce di Bersano: ”Chiedere le dimissioni di un direttore perché non si concorda con un titolo è un atto grave. Sì a critiche, no a censure”.

C'era una volta la Sinistra

di Antonio Padellaro e Silvia Truzzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

M5S e la “purezza del deputato”

next
Articolo Successivo

Pd, Renzi al bivio tra scissione e “partito dentro il partito”

next