L’ex sindaco leghista di Varese Aldo Fumagalli è stato condannato questa mattina a quattro anni di reclusione per peculato e concussione per induzione, al termine del processo per il sexy gate che lo ha travolto otto anni fa.
I fatti risalgono al periodo in cui Fumagalli sedeva sulla poltrona di primo cittadino, nel 2005, quando la Procura gli contestò l’utilizzo improprio di auto blu e autisti usati per viaggi di piacere in compagnia di giovani straniere. Viaggi che, a detta del Pm Agostino Abate “non avevano nulla di istituzionale”.

Oltre ai viaggi Fumagalli era stato accusato di aver fatto pressioni per l’assunzione delle giovani donne nella cooperativa che aveva in appalto la pulizia del Comune. E infine era stato accusato di aver aggirato i regolamenti per trovare un alloggio alle stesse amiche straniere.

Quattro diversi capi d’accusa per cui la Procura varesina aveva chiesto in totale sei anni. Alla fine Fumagalli è stato assolto solo dall’accusa di peculato per avere concesso indebitamente una casa comunale a una donna che non ne aveva diritto, mentre è stato dichiarato colpevole per gli altri capi d’accusa.

L’ex sindaco di Varese, dopo la lettura del dispositivo da parte del giudice Anna Azzena, ha commentato duramente ai cronisti del quotidiano La Provincia di Varese: “Si tratta di una decisione già scritta. Non a caso avevo presentato un’istanza di ricusazione contro questi giudici. E’ noto infatti che nel tribunale di Varese vige il “rito ambrosiano”. Credo che in Appello le cose andranno diversamente”.

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