Sono 500 gli amministratori locali che sono arrivati a Torino per rispondere all’appello del sindaco Piero Fassino: “I tagli sul trasporto pubblico annunciati dalla giunta Cota sono inaccettabili”. Gli fa eco il presidente della provincia di Torino, Antonio Saitta: “Tagliare il 30%, dopo il 15% che era già stato tagliato, significa azzerare il servizio”. A Cota mancano 120 milioni di euro per chiudere i conti sui trasporti, una riduzione di questa entità per i soli secondi sei mesi del 2013 vorrebbe dire tagliare un treno su tre e un bus su due. La cancellazione delle corse avrà anche una forte ricaduta occupazionale come spiega Antonio Fenoglio, presidente di Anav (Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori) Piemonte. Antonio Ferrentino, sindaco di Sant’Antonino di Susa, spiega: “I cittadini non capiscono come si possano portare avanti gli investimenti sul Tav mentre si tagliano i servizi di base”. Ma Fassino tira dritto: “Il Tav è un’altra cosa, cruciale per lo sviluppo del paese”. Intanto Cota si trova nell’impossibilità di dirottare fondi da altre voci di bilancio sulla questione trasporti, infatti la Regione è pesantemente indebitata, i problemi più grossi, che potrebbero portare al crack , arriveranno dalla sanità di Cosimo Caridi

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