Emergenza infermieri al Policlinico di Bari. La carenza di personale non è una novità nell’ospedale del capoluogo pugliese, ma la situazione rischia di diventare insostenibile ad aprile, quando scadrà il contratto di altri 168 operatori sanitari. E in assenza dell’autorizzazione ad assumere forze fresche, uno dei più importanti centri ospedalieri dell’intero Sud Italia potrebbe ridurre le proprie prestazione di circa il 30%. “Eravamo già in difficoltà, se dovessimo perdere altro personale sarà impossibile mantenere gli attuali livelli di offerta sanitaria. Saremo costretti ad applicare un piano di accorpamento dei reparti, fatta eccezione per le sole unità di emergenza e urgenza”. A lanciare l’allarme al fattoquotidiano.it è Vitangelo Dattoli, direttore generale dell’Azienda ospedaliera.

La soluzione ideale al problema sarebbe l’assunzione dalle graduatorie di 250 infermieri a tempo indeterminato, da distribuire fra i reparti più scoperti. Anche perché, emergenza nell’emergenza, ad essere in apnea sono proprio le unità cruciali del Policlinico: il pronto soccorso, la rianimazione, le sale operatorie. Nel complesso, mancherebbero circa 400 operatori e un centinaio di medici, dato che si inquadra nel calo del 16% della forza lavoro dell’intero comparto sanitario regionale. La Puglia, però, è in Piano di rientro dal novembre del 2010, e l’Azienda non può procedere autonomamente all’assunzione, che incrementerebbe il monte stipendi del personale. Così come non può rinnovare il contratto dei 168 infermieri precari in scadenza, che erano già stati assunti in deroga. Lo stallo va avanti da tempo, e Dattoli già un mese fa aveva portato all’attenzione della Regione l’emergenza. Paventando l’ipotesi della contrazione dei servizi, in attesa della deroga risolutiva.

Il suo arrivo era dato quasi per scontato a metà della settimana scorsa, ma a tutt’oggi la situazione non si è ancora sbloccata. Più si avvicina la scadenza e più aumenta la preoccupazione, anche delle parti sociali: “Siamo di fronte ad un problema molto serio”, afferma Giuseppe Monno, segretario di Cgil Bari – Funzione pubblica. “Non si possono compromettere i servizi di un ospedale così importante, a pagare sono sempre i cittadini. Per una situazione straordinaria ci vuole una soluzione straordinaria, e la riduzione delle prestazioni certo non lo è: non vediamo alternative alla deroga o alla proroga”.

A questa soluzione Azienda e Regione lavorano alacremente: “Ci stiamo sentendo ogni giorno”, sottolinea Dattoli. Che, nonostante tutto, si mostra ottimista: “Il Piano di rientro rende il meccanismo molto più complesso che in condizioni ordinarie. Ma i presupposti di carattere economico e gestionale sarebbero comunque mantenuti, l’assunzione impatterebbe in maniera irrisoria sul bilancio. Siamo ancora convinti di potercela fare”. Il nulla osta alla deroga, però, deve arrivare dal Governo. Per questo Elena Gentile, titolare della delega alla Sanità dopo il rimpasto nella Giunta Vendola, nella giornata di oggi sarà a Roma per vedere personalmente i vertici del Ministero: “Aspettiamo risposte per risolvere non solo il caso del Policlinico, ma la situazione comune a tanti ospedali pugliesi. La concessione della deroga è fondamentale. Ce la stiamo mettendo tutta per evitare uno scenario disastroso”, fa sapere l’assessore. La speranza, dunque, è che l’incontro odierno possa essere quello decisivo. Perché i giorni passano e il tempo stringe: per il Policlinico di Bari lo spauracchio del ridimensionamento è dietro l’angolo.

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