Pietro Grasso sarà uno dei miei teste al processo sulla trattativa Stato-mafia del 27 maggio“. Lo annuncia Massimo Ciancimino ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio24. “Grasso” – spiega – “dovrà rispondere di alcuni atteggiamenti che io valuto come impropri ed omissivi. Per dodici anni” – prosegue – “ Grasso non ha mai fatto una domanda a mio padre sul suo ‘tesoro’, mi ha iscritto nel registro degli indagati per riciclaggio soltanto alla morte di mio padre e da procuratore ha commesso degli atti che, grazie anche al processo sulla trattativa Stato-mafia, saranno ampiamente discussi”. E aggiunge: “Quello di Grasso è stato un atteggiamento omissivo e dettato da uno strabismo investigativo pazzesco, soprattutto per quanto concerne la storia del gruppo Gas“. Ciancimino menziona Giusto Scicchitano, ex vice di Grasso quando era procuratore capo di Palermo e ora Procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia. L’attuale capo della Dna è stato consuocero dell’ex socio di Ciancimino, Ezio Brancato, per le nozze della figlia con il primogenito del magistrato. “Io non accuso Grasso” – sottolinea Ciancimino – “ma lo ritengo responsabile di strabismo e di copertura nel mio processo nei confronti del suo sostituto, Scicchitano. L’attuale Presidente del Senato è stato un investigatore a senso unico, ha eluso, secondo me in maniera esemplare, delle indagini. Come recita sentenza, la società gas di Ciancimino” – continua – “è cresciuta grazie all’apporto di Bernardo Provenzano. Ma Grasso ha ordinato il sequestro di metà società e l’altra fu lasciata libera. Ha favorito il suo vice“. E conclude, facendo riferimento al trasferimento di Antonio Ingroia ad Aosta: “Grasso non ha mai voluto toccare i fili dell’alta tensione, gli stessi che, se toccati, ti fanno finire in Val d’Aosta e non ti fanno diventare Presidente del Senato di Gisella Ruccia

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