Tutti negano (“Io? Figuriamoci”; “Sono troppo vecchio”; “Sono troppo impegnato”; “Non ho la competenza”; “Non mi ha chiamata nessuno”). Ma tra i nomi che girano in questi giorni nel carosello del toto-ministri – persone che godono di tale stima da poter trovare in Senato il sostegno necessario per formare il nuovo governo – qualcuno pare essere effettivamente verosimile. Per esempio Michela Marzano, filosofa che fa la spola tra Parigi, dove insegna, e Roma, dov’è deputata. Lei è cauta: “Non mi ha contattata nessuno. Non ha senso ragionare con i se e con i ma. Certo, sono onorata per la considerazione, ma è troppo presto per parlarne”. È anche un po’ preoccupata: “La situazione è delicatissima, e le voci di corridoio tendono a bruciare i nomi, quindi…”.

La conferma che potrebbe davvero guidare il ministero delle Pari opportunità arriva invece da suo padre, Ferruccio Marzano, economista in pensione: “Siamo molto orgogliosi. Ebbene sì, Michela è in odore di ministerialità! Quale genitore non sarebbe fiero?”. Ne ha parlato, signor Marzano, con sua figlia? “Certo che sì! Non troppo, sa, per scaramanzia. Ma credo proprio che se la proposta è concreta lei accetterà”. Il professore Stefano Rodotà, politico e giurista tra i più stimati nel panorama italiano, giura di non aver ricevuto alcuna telefonata: “Sono a Parigi da due settimane, qui non arrivano tutti i giornali quindi qualche notizia può essermi sfuggita. E poi mi sono imposto il silenzio stampa”. Quindi, professore, è vero che Pier Luigi Bersani sta cercando di portarla a Palazzo Chigi? “Non mi ha contattato nessuno, glielo dico con assoluta certezza”. E se le proponessero la guida di un ministero? “Qui mi fermo, va bene? Buone cose”, glissa lui.

Altro nome papabile (oltre a essere un imprenditore di successo è anche diventato un personaggio noto grazie al piccolo schermo) è quello di Oscar Farinetti. Dopo le smentite d’obbligo (“non mi ha chiamato nessuno, e c’è molta gente più competente di me”), il patron di Eataly ammette che sarebbe “un enorme privilegio far parte dell’esecutivo di Bersani: qualsiasi italiano con coscienza civile e voglia di dare una mano ne sarebbe felice”. L’hanno già convinta, Farinetti? “Guardi, ho tanto lavoro, tanti impegni, moltissime responsabilità. E poi, col mio mestiere, faccio già politica”. Però non lo esclude, giusto? “Non escludo nemmeno di diventare presidente della Repubblica…”.

Non è chiaro se la sua candidatura sia concreta, ma è certo che, anche lo fosse, Ilaria Borletti Buitoni ci penserebbe bene prima di accettare. Non solo per umiltà: “Girano nomi più adatti del mio, come quello di Salvatore Settis”. Ma soprattutto perché l’ex presidente del Fai, di cui si parla per guidare il ministero dei Beni culturali, non è disposta a fare le cose a metà: “In ballo c’è un ministero morente, che soffre di disorganizzazione e di mancanza cronica di risorse. Se l’esecutivo durerà poco, sarà impossibile agire in maniera incisiva”. Quindi pensa di rendersi disponibile in una seconda fase? “È troppo presto per parlarne: io spero ancora in un governo di stabilità. Anche perchè questo dicastero si salva solo con una strategia a medio-lungo termine”. Aspettando una legislatura che duri, però, non peggiorano le cose? “Sì, ma bisogna anche essere realistici. Se me lo proponessero ci rifletterei attentamente, però sono molto lusingata dalla pubblica stima nei miei confronti”.

C’è chi non si fa trovare, come i due uomini più quotati per il ministero dell’Economia: il professor Pier Carlo Padoan e l’ex direttore generale di Confindustria, Gianpaolo Galli (l’assistente però dice che “non ne abbiamo proprio parlato, è sempre in viaggio”). E c’è chi, di fronte all’ipotesi della sua candidatura, si mette a ridere. Come il giurista Valerio Onida, ex presidente della Corte Costituzionale: “Nessuna offerta, sono tutte invenzioni! La stampa e la Rete fanno nomi in libertà, ma non c’è niente di vero”. Considererebbe un’eventuale proposta, professore? “Ma lo sa che io ho 77 anni? Per carità”. Non squilla nemmeno il telefono di Milena Gabanelli, la popolarissima conduttrice di Report che molti vorrebbero alla guida del ministero dell’Istruzione: “Nessuna proposta”. E se Bersani provasse, cosa risponderebbe? “Se me lo chiedono, ci penso. Intanto però mi scappa da ridere: e se il tram avesse le ruote? Dammi un tram con le ruote e poi vediamo”.

Twitter @BorromeoBea

da Il Fatto Quotidiano del 24 marzo 2013

C'era una volta la Sinistra

di Antonio Padellaro e Silvia Truzzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Il Movimento 5 Stelle tra meritocrazia e le mille balle blu

next
Articolo Successivo

Governo: Boccia o Bombassei, Monti o Petrini. Sui giornali regna il totoministri

next