Il tema dell’energia è sicuramente un punto di confronto importante tra i programmi del Movimento 5Stelle e della Coalizione Italia Bene Comune (IBC), tanto più in giorni piuttosto caldi che hanno visto l’approvazione, attraverso un decreto interministeriale di Corrado Passera (ministro dello Sviluppo Economico) e di Corrado Clini (ministro dell’Ambiente) della Strategia Energetica Nazionale (SEN) che, dopo anni di silenzio legislativo, colma un vuoto dettando le linee di principio per lo sviluppo del settore energetico.

I punti chiave della SEN sono:

  • definizione di obiettivi di lunghissimo periodo (fino al 2050), in accordo con la Road Map di decarbonizzazione europea
  • dettagliata analisi costi-benefici della strategia, in modo particolare per il settore elettrico e per il gas
  • definizione articolata delle Infrastrutture Strategiche gas, con attenzione specifica al dimensionamento degli impianti di stoccaggio e di rigassificazione
  • coerente definizione del sistema di incentivi per favorire la grid parity (sopratutto con riferimento al fotovoltaico)
  • articolazione di misure che perseguano l’obiettivo dell’efficienza energetica
  • ridefinizione del sistema di governance della politica energetica e ambientale.

Sia la coalizione Italia Bene Comune, sia il Movimento 5 Stelle sono concordi nella necessità di una revisione della SEN, oggetto peraltro di critiche in questi giorni perché approvata da un governo dimissionato e incaricato dell’ordinaria amministrazione.

Da un punto di vista concettuale, un punto di incontro tra i due partiti riguarda senz’altro la ridefinizione dell’idea di sostenibilità che ispira la politica energetica nazionale.

La SEN definisce la sostenibilità principalmente da un punto di vista economico, senza sviluppare in modo chiaro il tema della politica industriale e senza affrontare l’opportunità di rivedere strutturalmente il sistema di produzione per favorire una transizione energetica verso fonti più pulite. Si tratta, insomma, di una visione prudente e conservativa del tema dell’ecosostenibilità.

Questo, tuttavia, è un punto su cui IBC e M5S si incontrano con una sostanziale vicinanza.

Scendendo più nel dettaglio dei punti specifici, ne abbiamo individuati principalmente 3:

  • Rinnovabili elettriche e termiche: il programma dell’Italia Bene Comune è diventato più circostanziato con la definizione degli 8 punti, in cui si specifica la necessità di rafforzare il conto termico e di rivedere il Conto Energia, in sostanziale accordo con il M5S, che punta all’estensione del Conto Energia a tutte le rinnovabili, escludendo i Kwh prodotti nelle ore di punta
  • Efficienza Energetica: entrambi gli schieramenti puntano alla riqualificazione energetica degli edifici. IBC fa esplicito riferimento al Green Deal del governo inglese e sottolinea l’opportunità di estendere la riqualificazione alle amministrazioni pubbliche, cominciando dagli istituti scolastici. Il M5S propone l’obiettivo di riduzione dei consumi energetici del 10%. Sia IBC sia M5S spingono, inoltre, per la promozione del ruolo delle ESCO (Energy Service Company), società che, appunto, si propongono l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica per conto dei propri clienti liberandoli dal costo organizzativo e dell’investimento.
  • Biocombustibili: entrambi i programmi ne sottolineano il ruolo strategico. Il M5S parla esplicitamente di incentivi vincolati all’incremento di sostanza organica nel suolo per la produzione di biomasse vergini. IBC è a favore della produzione di biometano per l’autotrazione e, più in generale, delle biomasse anche per ridurre l’importazione di legname.

La questione energetica e ambientale costituisce una delle 5 stelle che caratterizzano il Movimento. Si tratta di un tema molto sviluppato anche all’interno della coalizione IBC, anche se va notata una specificazione più precisa negli 8 punti pubblicati dopo le elezioni, anche in vista di un’ipotetica collaborazione con i parlamentari, appunto, del M5S.

In conclusione, riteniamo esistano diversi punti di convergenza, sopratutto a partire dalla revisione del Decreto Interministeriale appena approvato. Il semaforo è dunque, mai come per questo tema, verde.

semaforo verde

Luciano Canova
Raffaele Imperato (Energisauro)
Alessandro Schiavone (Changing Energy)

Articolo Precedente

Governo, due giorni di consultazioni: M5S, Pdl e Pd per ultimi al Colle

next
Articolo Successivo

Movimento 5 Stelle, i voti che non tornano e qualche vecchio vizio

next