Profondo rosso per il gruppo Mondadori. La casa editrice della famiglia Berlusconi ha chiuso il 2012 registra con una perdita di 167 milioni che si confronta con l’utile di 49,6 milioni di euro del 2011. A pesare sui conti le svalutazioni delle attività in Francia e delle frequenze radio senza le quali il risultato sarebbe stato positivo per 12 milioni. I ricavi, in ogni caso, sono scesi del 6% a 1,416 miliardi. In netto calo, in particolare, la raccolta pubblicitaria, con Mondadori pubblicità che ha registrato un fatturato di 172,9 milioni, in calo del 21,4% rispetto ai 219,9 milioni del 2011. E l’anno in corso non promette meglio, se per il 2013 Segrate prevede un margine operativo lordo inferiore rispetto al 2012. 

“Anche nei primi mesi dell’esercizio in corso il contesto economico mostra segnali di forte difficoltà, con impatto anche sui mercati di riferimento della nostra società”, spiega Mondadori che prevede di continuare con “le attività di razionalizzazione della struttura e di riduzione dei costi industriali” e con “le azioni necessarie al consolidamento delle linee di business e al recupero di redditività dell’area periodici Italia. La realizzazione del progetto comporterà l’impiego di importanti risorse finanziarie ed economiche, con le previsioni quindi di un calo dei margini operativi”.

Non è chiaro come, se al momento il cda della società non prevede nuovi interventi sul personale, anche se dal mese di dicembre nell’area periodici “è stato avviato il confronto sindacale con i rappresentanti dei giornalisti per affrontare le conseguenze della chiusura di cinque testate e della riorganizzazione di molte delle residue redazioni della casa editrice”, con “trattativa sindacale tuttora in corso”.

Tornando ai conti, nel dettaglio, le svalutazioni sono state pari a un totale di 194 milioni “sostanzialmente riconducibili all’avviamento di Mondadori France (140 milioni di euro) e alle frequenze radiofoniche di R101 (46,3 milioni di euro)”, spiega Mondadori in una nota. La perdita di competenza della capogruppo (39 milioni), sarà ripianata integralmente “mediante utilizzo, per l’importo corrispondente, di parte della riserva sovrapprezzo azioni”. Il margine operativo lordo è stato invece di 66,5 milioni, in flessione del 49% rispetto ai 130 milioni dell’esercizio precedente.

Si riduce anche il patrimonio netto che a fine 2012 ammontava a 433 milioni di euro, contro i 608 milioni di fine 2011, mentre migliora la posizione finanziaria netta che è negativa per 267,6 milioni, 67,8 milioni in meno rispetto a fine 2011, anche per effetto della cessione a Bertelsmann – avvenuta nel mese di novembre – della partecipazione del 50% in Random House Mondadori, per 54,5 milioni. 

Nel frattempo Ernesto Mauri è stato nominato nuovo amministratore delegato del gruppo al posto di Maurizio Costa passato ai vertici della Fininvest. Mauri, “ha una missione complessa ma chiara: dare ulteriore impulso a riorganizzazione e valorizzazione delle nostre attività e introdurre elementi molto forti di innovazione e cambiamento”, ha commentato il presidente del gruppo editoriale di Segrate, Marina Berlusconi. Tiepida la reazione in Borsa col titolo che cede lo 0,81% a 0,98 euro. 

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