“Maledette lauree”. Titoli conseguiti con fatica ed entusiasmo, ma che per il papà casalingo disoccupato e neoblogger è meglio nascondere. Lui si definisce proprio così, casalingo moderno: ed è con questo nome che ha aperto un blog un paio di mesi fa nel quale racconta la sua vita. Quella che è completamente cambiata con la perdita del lavoro. Il casalingo moderno nei vari post racconta “l’economia domestica e l’educazione sentimentale di un disoccupato con prole”, così scrive nel sottotitolo. 

Pochi giorni fa la giornalista Claudia Lillo, alias “Elasti” ha raccontato la sua storia, quella di un papà casalingo e blogger, che ha trentasette anni, due lauree, due figli in età scolare, una compagna che lavora guadagnando 1.500 euro al mese e un cv molto denso, pieno di tanti lavori diversi che però oggi non costituiscono una condizione per riuscire a reintrodursi nel mondo del lavoro. Così dichiara il casalingo moderno: “Sono stato cameriere, giornalista, professore a contratto, responsabile della formazione di un’azienda di dispositivi medici. Ora disoccupato. Ma basta con le file al centro per l’impiego e colloqui dove, pur disponibile a qualunque lavoro, risulterai sempre troppo qualificato e senza esperienza”. Così oggi deve fare la spesa, tenere pulita la casa, “non cadere in depressione, evitare alcolismo e tossicodipendenza, troppo gravose per l’economia familiare”.

Lo scorso anno, sempre nel giorno della festa del papà, avevo postato su questo blog la bellissima storia del wwworker Massimiliano Colangelo, che era stato costretto a lasciare il suo posto di lavoro in un teatro del nord-Italia a causa della malattia del figlio Cosimo, un’emorragia cerebrale, e di un permesso di paternità negato dal datore di lavoro. Massimiliano non si era arreso, inventandosi un nuovo lavoro sul web. Storia con un lieto fine quella di Massimiliano. Molto diversa dal casalingo moderno raccontata quest’anno, emblema di un lavoro che ancora più dello scorso anno si perde e non si ritrova.

La sua storia è certamente quella di tanti altri uomini e donne che in questa tremendissima crisi hanno perso il lavoro e con esso tante certezze. Sia chiaro e a scanso di equivoci, che il lavoro lo perdano uomini o donne è ugualmente un dramma, personale e sociale. Ma oggi, giornata della festa del papà, la folta schiera di padri disoccupati merita forse qualche rigo in più di attenzione.  

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