E’ pronta la proposta di Pier Luigi Bersani per una nuova legge sul conflitto di interessi. Il Partito democratico lo annuncia sul proprio sito ufficiale, dove vengono presentati i punti base del provvedimento. Il Pd spiega che la legge passerà, tra l’altro, dall’abrogazione della legge Frattini. La nuova normativa prevede l’ampliamento dei controlli a tutti i titolari di cariche di governo, nelle Regioni e negli enti locali. I controlli saranno ampliati anche nei confronti dei componenti delle Autorità indipendenti e sarà estesa l’incompatibilità anche alla “mera proprietà” di imprese, azioni o quote di società.

Fra le altre proposte, più poteri di intervento concreto sui conflitti di interesse all’Antitrust; il mandato irrevocabile a vendere per evitare la sanzione della decadenza; un nuovo sistema di sanzioni e di controllo applicabile anche alle cariche ricoperte attualmente; l’impossibilità per chi ha precedenti penali a sedere in Parlamento, nei consigli regionali, negli enti locali; l’abbassamento o l’eliminazione dei limiti di pena che danno luogo a incandidabilità. Nello specifico, la piattaforma del Pd interviene sui limiti di pena oltre cui scatta attualmente l’incandidabilità per i reati più gravi. Via il limite di due anni ora previsti per mafia, terrorismo, per reati associativi, per reati contro la pubblica amministrazione o aggravati dall’abuso della qualità di pubblico ufficiale; qualsiasi condanna deve essere causa di incandidabilità.

I democratici chiedono poi di abbassare da tre a due anni il limite minimo di pena in caso di condanne definitive per gli altri delitti e di estendere l’incandidabilità anche a quelli colposi; di eliminare il limite di pena di sei mesi per i delitti commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio; di prevedere l’incandidabilità, in caso di condanne superiori a due anni, anche per reati contravvenzionali come l’abuso edilizio o il disastro ambientaleLa pubblicazione della bozza sul sito dei Democratici è dettata dalla volontà di consentire ai lettori/elettori di commentare ed eventualmente proporre modifiche e contributi al testo.

La proposta del Pd ha scatenato l’immediata reazione di Silvio Berlusconi: “Il conflitto di interessi? E’ un problema che non mi riguarda, ho già dato tutto ai miei figli…”. Il leader del Pdl, uscendo dalla riunione del gruppo alla Camera, ha ribadito che dal suo punto di vista la legge sul conflitto d’interessi è inutile, perché “la vera priorità è far ripartire il Paese, l’economia e aiutare le imprese” e che oltretutto, “una legge c’è già”.

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