“Qui c’è un governo forte e stabile, abbiamo bisogno di un governo forte e stabile anche a Roma”. E’ quanto ha affermato Roberto Maroni, durante la cerimonia di passaggio di consegna con Roberto Formigoni, a Palazzo Lombardia. “Mi auguro che nasca presto, a Roma, un governo, perché il governo attuale non ha pieni poteri, non é un interlocutore al cento per cento e noi abbiamo di un interlocutore”, ha proseguito il neo governatore lombardo e segretario federale della Lega Nord. Un’affermazione che non smentisce e, anzi, in qualche misura accredita, le voci sulla possibilità di un appoggio leghista al Senato per la nascita di un governo di centrosinistra.

Maroni, proclamato governatore, può finalmente dirsi “al lavoro” in Regione Lombardia. Martedì 19 marzo, ha annunciato il leader della Lega prendendo le consegne da Roberto Formigoni, si insedierà la nuova giunta di centrodestra, quasi un mese dopo la vittoria alle urne. “Saranno quattordici gli assessori – ha puntualizzato – sette uomini e sette donne, come promesso in campagna elettorale”. Quindi, nel tardo pomeriggio, intitolerà la Sala dei 500 a Marco Biagi, a 11 anni dal “barbaro assassinio” del giuslavorista che lavorava con lui al ministero del welfare. “Un modo per onorare la memoria di una grande persona”, ha spiegato il presidente della Regione. Ma anche per segnalare quale sarà la priorità: “L’impegno per il lavoro e l’uscita dalla crisi economica”.

Entro Pasqua, possibilmente il 28 marzo, Maroni conta che ci sia anche la prima seduta del Consiglio regionale, considerato che sempre oggi sono stati proclamati anche gli altri 79 membri dell’Assemblea. A quel punto, la Regione tornerà nella pienezza dei poteri. La giunta è praticamente pronta, ma solo martedì ci sarà appunto l’annuncio ufficiale dei nomi e delle deleghe. I 7 assessorati assegnati a Pdl e Fratelli d’Italia sono quelli di Mario Mantovani vicepresidente con delega alla Sanità, Maurizio Del Tenno alle Infrastrutture, Mario Melazzini alle Attività Produttive e Ricerca, Valentina Aprea al Lavoro e Formazione, Alberto Cavalli al Commercio e Turismo, Paola Bulbarelli alla Casa, Viviana Beccalossi al Territorio e Urbanistica.

I 7 assessori di area Lega sono definiti, ma sembra che fino all’ultimo in via Bellerio (sulla questione c’è la consegna del silenzio da giorni) abbiano preso tempo. Con Maroni, ci saranno Massimo Garavaglia al Bilancio, Antonio Rossi allo Sport, Gianni Fava all’Agricoltura, Maria Cristina Cantù al Welfare, Claudia Terzi all’Ambiente. Per le altre due deleghe circolano i nomi di Erica Rivolta, Simona Bordonali, Francesca Brianza e Dario Galli. In più, il governatore ha deciso di nominare Andrea Gibelli segretario generale, in pratica l’uomo macchina della Regione. Gibelli passa così direttamente dall’incarico politico di vicepresidente (dal 2010 a questa mattina) a un ruolo tecnico finora nelle mani di Nicola Maria Sanese.

C’erano proprio Gibelli e Sanese stamani accanto a Maroni e al presidente uscente Formigoni, quando dopo la proclamazione da parte della Corte d’Appello i due presidenti si sono presentati davanti alle telecamere, nell’atrio di rappresentanza di Palazzo Lombardia, per il passaggio di consegne. Si sono ringraziati a vicenda, Maroni in cravatta verde (“è una grande emozione” e “voglio continuare l’esperienza di buongoverno di chi mi ha preceduto”) e Formigoni in cravatta rosa, dopo 18 anni un passo più in là rispetto al gonfalone. Al suo successore, il senatore del Pdl, ha affidato il campanello per ‘dirigere’ la giunta. Non prima però di aver indirizzato un’e-mail ai tremila dipendenti della Regione, alle 7.56 di questa mattina. “Lascio con la serena consapevolezza – ha fra l’altro scritto Formigoni – di aver cercato di fare sempre il mio dovere. In tanti anni di lavoro posso aver commesso degli errori, ma credo che ognuno saprà valutare la bontà dei frutti che il nostro impegno ha prodotto: arrivederci”.

IL DISOBBEDIENTE

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