Da “buonasera” a “buongiorno”. E’ lo stile di Papa Francesco. Dalla prima benedizione Urbi et Orbi al suo primo Angelus, recitato stamane, dalla finestra di quello che a breve diventerà il suo studio privato, al terzo piano del Palazzo Apostolico vaticano. Francesco ha abbondato subito i fogli che aveva sul leggio per parlare a braccio, come sta facendo sempre in questi primissimi giorni di pontificato, ai numerosissimi fedeli che gremivano piazza San Pietro e via della Conciliazione.

Commentando il Vangelo dell’odierna quinta domenica di quaresima, dedicato alla donna adultera, Francesco ha sottolineato che da Gesù “non sentiamo parole di disprezzo o di condanna, ma solo amore e misericordia”. E si è soffermato sulla “pazienza di Dio”. “In questi giorni – ha raccontato il Papa – ho potuto leggere un libro del cardinale Walter Kasper, un teologo in gamba, un buon teologo, sulla misericordia. Un buon libro che mi ha fatto tanto bene. Ma – ha scherzato Francesco – non crediate che faccia pubblicità ai libri dei cardinali”. E’ proprio la misericordia la parola chiave di questo inizio pontificato, il termine più ripetuto in questi primi cinque giorni di un regno che appare sempre più come un servizio, quello di un semplicissimo parroco del mondo già amatissimo. 

“La misericordia cambia tutto – ha scandito Francesco parlando ai fedeli – cambia il mondo, e lo rende meno freddo e più giusto. Abbiamo bisogno di capire la misericordia di Dio. Egli – ha affermato ancora il Papa – è un padre misericordioso che ha tanta pazienza”. Francesco ha, poi, raccontato ai fedeli, di un incontro avuto con una donna ultra ottantenne nel 1992, in occasione dell’arrivo in Argentina della statua della Madonna di Fatima. Durante una Messa per gli ammalati, mentre l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio stava confessando, la donna gli si avvicinò. Il futuro Papa le disse: “Nonna lei vuole confessarsi? Ma se lei non ha peccato?”. “Tutti abbiamo peccato”, rispose l’anziana. “Ma forse il Signore non ci perdona”, replicò Bergoglio. “Se il Signore non perdonasse, tutto il mondo non esisterebbe”, disse la donna con sicurezza. “Mi dica, signora – rispose ancora Bergoglio – lei ha studiato alla Gregoriana?”. E da questo racconto Francesco ha tratto l’insegnamento per i fedeli che lo ascoltavano: “Non dimentichiamo questa parola: Dio mai si stanca di perdonarci. Mai. Il problema è che noi ci stanchiamo di chiedere perdono”.

A riaprirsi, oggi, non è stata solo la finestra dello studio privato del Papa ma anche il suo profilo ufficiale su twitter @pontifex. “Cari amici vi ringrazio di cuore e vi chiedo di continuare a pregare per me. Papa Francesco”. E’ questo cinguettio di 140 caratteri il primo scritto pontificio di Bergoglio, così come era stato proprio un tweet, il 28 febbraio scorso, l’ultimo messaggio di Benedetto XVI.

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