Una nuova legge sul finanziamento ai partiti, misure urgenti nel campo del lavoro, della corruzione, dei costi della politica. Pier Luigi Bersani ribadisce la sua linea di pensiero a Skytg24, ospite di Maria Latella. Sollecitato sul tema del rimborso ai partiti esprime l’intenzione di “una nuova legge entro luglio che superi il finanziamento pubblico e lo riconduca a piccole donazioni dei cittadini, volontarie e con detrazioni fiscali”. Alle dichiarazioni di Beppe Grillo sul tema dichiara che “non si monta un palco senza soldi, senza soldi non si fa niente” e precisa: “Non rinuncio al concetto di finanziamento della politica, però è necessario un cambiamento del meccanismo, bisogna affidarlo a donazioni private”.

Sulla delicata situazione politica cui ha portato l’esito incerto delle elezioni, poi, in vista di eventuali alleanze, sostiene che il Pd “cercherà una corresponsabilità fino all’ultimo, sennò ci prenderemo le nostre responsabilità”. “Quello che dirò e farò – ha precisato – non sarà in nome dell’ambizione, ma di una responsabilità dura e difficile che ho preso nei confronti del paese”

In riferimento alle nomine di Laura Boldrini e Pietro Grasso alle presidenze di Camera e Senato, invece, dichiara che “le istituzioni hanno preso una boccata di aria fresca” e sottolinea di aver “apprezzato la reazione della Boldrini, piena di umiltà, una persona che capisce il peso di una responsabilità”, ma, precisa, “il governo non c’entra nulla, non funzionerebbero accordi politici preventivi perché non ci sono le condizioni”. Secondo il segretario del Partito democratico l’unica cosa da fare per formare l’esecutivo è “sostenere un programma di avvio della legislatura sui punti ritenuti più urgenti dagli italiani e cioè la moralità pubblica e il lavoro“.

E quando la Latella gli chiede se l’indicare due nomi nuovi, come quelli di Grasso e della Boldrini al posto di Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, fa di lui un rottamatore, Bersani risponde che “il Pd è una infrastruttura a servizio della riscossa civica, io, Franceschini e la Finocchiaro siamo di una generazione che è capace di queste scelte, di mettere davanti l’interesse del Paese”. Sulla possibilità di un ritorno alle urne a giugno, invece, il segretario, si fa schivo: “Sarà il Quirinale a prendere in mano la situazione, io mi affido completamente al capo dello Stato, valuterà lui il da farsi”.

Ma le sue idee sono chiare: “Non si può mettere un coperchio precario su una pentola a pressione, oggi il nostro Paese è una pentola a pressione e ha bisogno di un cambiamento in una direzione”. Il leader Pd spiega che tra le priorità adesso ci sono sicuramente il lavoro, la moralità pubblica, i costi della politica e la corruzione.

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