La crescita della produttività in Italia è praticamente ferma da oltre dieci anni collocando il nostro Paese all’ultimo posto tra le principali economie europee. E’ l’ultimo avvertimento lanciato dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, intervenuto davanti ai leader riuniti al Consiglio europeo, sottolineando che “meglio di noi fanno anche Portogallo e Spagna, oltre ad Austria, Germania e Francia”.

Il capo della Bce ha fatto notare anche come Spagna e Italia sono i due Paesi, fra le quattro maggiori economie dell’Eurozona, dove il credito delle banche alle imprese ha subito la frenata più forte dal 2010 a oggi. Il tasso di crescita annuo dei prestiti è infatti precipitato a -3 per cento in Italia, dove cresceva di oltre il 4 per cento fino all’estate 2011, avvicinandosi al -8 per cento della Spagna, mentre resta positivo in Francia e Germania.

Gli stipendi italiani crescono invece meno di quelli di Spagna, Portogallo e Francia, ma più di quelli austriaci e tedeschi. Draghi suggerisce quindi di “riformare i contratti nei Paesi con pressanti problemi di competitività” e “rivisitare i mercati dei prodotti e del lavoro per vedere se sono compatibili con la partecipazione all’unione monetaria”.

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