Brutta sorpresa per le migliaia di utenti che questa mattina hanno invano atteso l’autobus alle fermate di Bologna e provincia. Con un comunicato emesso alle 6.50 l’azienda Tper ha informato che “a causa di un’agitazione improvvisa del personale che ha  comportato la mancata uscita dei mezzi dai depositi già dai primi turni del mattino, il servizio urbano, suburbano ed extraurbano di bus di Bologna e provincia al momento non può essere garantito. Anche il servizio della linea extraurbana Ferrara-Cento-Modena potrà subire disagi”.

Per l’azienda di trasporti bolognese verranno adottate “tutte le misure possibili atte alla regolare ripresa dei servizi, dando anche comunicazione degli aggiornamenti sul sito www.tper.it”. Sito che peraltro in questi minuti è stato letteralmente preso d’assalto fino a cadere.

Tper non fa previsioni sui tempi di un possibile rientro alla normalità e conferma che in città praticamente nessun autobus circola. Una situazione inaspettata che sta creando ingorghi soprattutto sui viali della città, traffico ulteriore creatosi anche per la scelta del Comune di Bologna di revocare il blocco delle auto previsto il giovedì.

Comune, Provincia e Regione: “Città presa in ostaggio”. “Il blocco selvaggio del servizio avvenuto questa mattina ad opera di alcuni gruppi di dipendenti di TPER, al di fuori di ogni regola e senza alcun preavviso, prima ancora che un’azienda ha preso in ostaggio un’intera città”. Questo il tono di una nota congiunta dell’assessore ai trasporti del Comune di Bologna, Andrea Colombo, dell’omologo regionale Alfredo Peri  e del vicepresidente della Provincia Giacomo Venturi.

“Sono decine di migliaia i cittadini che devono muoversi per necessità di lavoro, studio e salute”, spiegano, “Condanniamo con forza questa grave e irresponsabile  iniziativa, che genera  danni di portata enorme ad un servizio  pubblico  fondamentale,  e sequestra il diritto costituzionale di ogni cittadino a potersi muovere liberamente. Le Istituzioni chiedono l’immediata cessazione dell’agitazione e la ripresa del  servizio, ed hanno convocano con urgenza, per oggi, le organizzazioni sindacali  e  l’azienda  per  un  confronto  civile, che ha tuttavia come presupposto  imprescindibile  l’immediato  ripristino  della legalità e del rispetto dei diritti dei cittadini”.

La Procura: “Aperto un fascicolo per interruzione pubblico servizio”. La Procura di Bologna ha chiesto a tutte le forze di Polizia intervenute la trasmissione urgente di una prima relazione preliminare su quanto sta accadendo a causa dell’agitazione improvvisa del personale di Tper che ha bloccato il trasporto pubblico locale bolognese: “Sicuramente verrà aperto un fascicolo per interruzione di pubblico servizio – ha spiegato il procuratore aggiunto e portavoce della procura Valter Giovannini – e violenza privata qualora venisse confermata la circostanza che ad alcuni autisti è stato impedito di uscire dai depositi con i mezzi”.

 

 

Il Prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia, ha ordinato “l’immediata ripresa” del servizio bus “secondo i tempi, le modalità e le procedure stabiliti” da Tper. L’intervento è scattato questa mattina, attorno alle 9.30 alla luce della situazione creatasi in città. Tranfaglia ha chiesto ai lavoratori che hanno dato vita allo sciopero selvaggio dei bus di “interrompere immediatamente l’astensione dal lavoro illegittimamente proclamata ed attuata attenendosi all’assoluta osservanza alle procedure ed agli adempimenti previsti dalla legge 146”, quella che regola il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, come il servizio bus.

Tper, in un anno perdite da 9,4 milioni di euro. Una perdita stimata, per il solo 2012, di 9,4 milioni di euro. Questa la cifra che proprio ieri la presidente di Tper, Giuseppina Gualtieri, ha dichiarato in commissione Affari Istituzionali al Comune di Bologna.

La società, assicura la Gualtieri, è “solida e capitalizzata”, ma come conferma il direttore generale Claudio Ferrari, si trova ad affrontare una “crisi di liquidità”. E per un colosso da 246 milioni di euro di fatturato, nato giusto un anno fa con l’imposizione della fusione da parte della giunta regionale, tra Atc e Fer, la situazione non si presenta delle più rosee.  “I numeri non sarebbero stati tanti diversi nel passato- si sfoga la presidente- se non ci fossero state operazioni straordinarie che hanno consentito di migliorare legalmente i bilanci. Per questo non accetto l’accusa che ci sarebbe stato un peggioramento dei conti dopo la fusione”.

Certo è che se la fusione avesse dovuto ridurre i costi e migliorare i servizi, non saremmo arrivati, a soliti dodici mesi dal via, al buco di bilancio. Per i sindacati nel nuovo organigramma un dirigente Atc e un dirigente Fer hanno prodotto due colletti bianchi Tper e negli ultimi mesi è anche lievitato il numero delle consulenze. Altri dati sensibili di un andazzo perlomeno complicato è che il colosso invece di potenziare i servizi sta pensando di abbandonarne alcuni: il traffico urbano di Imola, l’area di Silla e le linee di montagna. Senza dimenticare la dismissione del servizio sosta, attività tra le più remunerative della vecchia Atc.

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