Nonostante i tanti epigoni dei Woody Guthrie e Bob Dylan, che soprattutto nell’ultimo periodo spuntano ovunque come funghi, i generi country e folk riescono a conservare la loro purezza originaria: testimone ne è questo giovane songwriter svedese, che compone in inglese ed è noto come ‘The Tallest Man on Earth’, nome d’arte di Kristian Matsson, fine chitarrista, ma soprattutto autore di gran classe, come dimostra questo There’s no leaving now, il suo terzo album composto da dieci brani cui l’uomo più alto della terra ha dato vita partendo da un malessere interiore che lo attanaglia e che già nei precedenti album aveva tentato di tirar fuori per librarsi.

Lui, incamminatosi sulla strada dell’alternative country, coniugando lap steel, banjo e ritmi rockeggianti, dà vita a polverose ballate country davvero niente male e dopo due album come Shallow Grave e The Wild Hunt, il ragazzo conferma di essere ancora nella fase di pieno sviluppo. L’uomo più alto cresce ancora in statura… La critica, di frequente, lo accosta a Bob Dylan: del resto, la capacità nel comporre e lo stile nel canto sono molto, troppo simili. Provate a darci un ascolto. Vive Le RoCk!


Articolo Precedente

Musica Rock? Vietato parlarne

next
Articolo Successivo

Uno – Dell’amore romantico e della morte (della democrazia rappresentativa)

next