Si fa sempre più difficile in Emilia Romagna la convivenza forzata tra Andrea Defranceschi, e l’ex compagno, Giovanni Favia, passato dopo la diffida di Grillo nello schieramento di Antonio Ingroia,  mantenendo allo stesso tempo il suo incarico in Regione.  Il capogruppo del Movimento 5 stelle, infatti, è tornato a chiedere a Favia di essere coerente, e di abbandonare il gruppo per aderire a quello misto. “Il punto non è la convenienza economica – ha scritto Defranceschio in una nota – ma quella etica e politica di un consigliere eletto in una lista dalla forte connotazione, quella del Movimento 5 Stelle, che ha legittimamente scelto un’altra via politica: la percorra fino in fondo assumendosene per intero le responsabilità”.

Un disagio, quello di Defranceschi, già emerso alcuni giorni fa, quando il consigliere aveva spiegato chiaramente di non condividere la scelta di Favia di rimanere al suo posto, dopo la candidatura flop con Rivoluzione civile. Aggiungendo poi di avere le mani legate. “Dopo numerosi incontri con la direzione generale dell’Assemblea legislativa, è risultato evidente che non ho alcuna possibilità di oppormi o modificare la situazione”, aveva scritto Defranceschi su Facebook.

Ora, calcolatrice alla mano, il capogruppo dei 5 stelle fa anche due conti sulle ripercussioni economiche di un eventuale trasferimento al gruppo misto. “Al sottoscritto, così come al gruppo regionale, la permanenza di Giovanni Favia all’interno del gruppo non frutta praticamente nulla” chiarisce nella nota. “In questo momento il nostro budget per il personale è di 174 mila euro,  mentre senza Favia sarebbe di 133 mila.  In poche parole, si tratterebbe al massimo di affrontare la perdita di un dipendente in comando, che tornerebbe al suo ruolo all’interno dell’ente, e non verrebbe certo licenziato. Favia, come consigliere singolo nel gruppo misto, avrebbe a disposizione 41 mila euro”.

A stretto giro di posta la replica di Giovanni Favia, che apre alla possibilità di un dietrofront e del suo passaggio al gruppo misto. “Sto giù valutando altre soluzioni, non farò mai la parte dell’ospite non voluto, non è il mio stile, anche se la casa da cui alcuni (non Defranceschi) vogliono sfrattarmi dalla sera alla mattina è anche la mia”. La conferma arriva poi 24 ore dopo, via Facebook: “Preso atto della contrarietà di Andrea via giornali ho scelto di andare nel gruppo misto. Fino ad oggi ho detto che, decidendo io l’agenda, mi sarei dimesso per scelta personale, finiti i lavori in corso, battaglie storiche su cui ho investito anni di lotta. Ed ho intenzione di farlo, nonostante le sciocchezze che hanno scritto in tantissimi confondendo il mio gruppo di lavoro in Regione, col quale volevo finire questi ultimi mesi, col Movimento 5 stelle”.

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