La cosa più positiva degli 8 punti di Bersani è che ha/hanno promesso di aprire consultazioni on line e dal basso ed effettivamente la discussione si sta aprendo.

Facciamola fino in fondo questa discussione, mettendoci anche dentro soprattutto le cose che in genere fa il governo in quanto tale, visto che si parla di dargli la fiducia. E quindi i decreti, i trattati, gli accordi con la Francia sul Tav e tutte queste cose. Sulle leggi di riforma costituzionale si può anche discutere a parte perchè quelle, davvero, le fa il Parlamento.

Comunque i primi due punti che tanto sono popolari in questo momento, il taglio dei parlamentari e l’abolizione delle Province non mi convincono e meritano di essere discussi un po’ più seriamente. Sarebbe bello se finalmente anche i 5 stellini li studiassero in concreto, senza restare a quelle che sono le cosiddette impressioni della gente. Se si tocca la Costituzione per ridurre il numero dei parlamentari, allora non ci si deve lasciar sfuggire l’occasione di superare l’inutile doppione rappresentato dal Senato.

Penso che sia meglio arrivare come in Scandinavia al monocameralismo. Non si può invece ridurre di tanto il numero dei deputati se poi li si vuol eleggere in collegi uninominali dove si presuppone che debbano avere un rapporto coi cittadini. Per quanto riguarda le province, Bersani dice di abolirle del tutto, dalla Costituzione.Più saggiamente, qualche giorno fa il sindaco di Parma Pizzarotti aveva appoggiato la tesi di accorparle. Cioè di diminuirle, ma di tenerle, facendole funzionare meglio. Per riassumere i ragionamenti, il risparmio che si otterebbe abolendo le province è molto molto relativo. Si tolgono gli eletti e gli assessori, che già costano molto meno di prima, anche solo di due anni fa. A meno di immaginare di licenziare i dipendenti. Ma tutti dicono invece di passarli – insieme alle funzioni delle province, o alle Regioni o ai comuni.

Se li passa alle Regioni costano di più per ragioni contrattuali! (pressapoco: un aumento di 300 e passa milioni l’anno contro un taglio di 40 milioni per le giunte). Abolendo il Senato si risparmierebbe molto di più. Ma soprattutto: un ente intermedio tra i comuni e le Regioni è necessario in Italia in almeno 17 Regioni.

Del resto una cosa del genere c’è nella maggioranza degli Stati evoluti. A partire dai Land Kreis tedeschi. L’unico paese che ha svuotato drasticamente le province è stata la Spagna attorno al 1980 quando ha fatto nascere le sue Autonomie, poi esasperate. Ma anche in Spagna le province sono ancora utilizzate come distretti elettorali, per la codifica postale e come riferimenti geografici (una piccola città viene identificata come appartenente a una provincia, non a una Regione).

Temo che di fronte ai grandi imbarazzanti problemi di ridiscutere costi e dimensioni del Senato, della Camera, delle Regioni, e di fronte a questioni pesanti su quali spese pubbliche siano utili o no, le province siano una specie di capro espiatorio. Il vaso di coccio. Neanche la Grecia con l’acqua alla gola le ha abolite, Con la riforma kallikratis ha fatto una grande manovra di accorpamento sia di Regioni che di province che di comuni. Ma ha mantenuto i tre livelli. E invece di eliminare gli organi politici elettivi ha eliminato le Prefetture.

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