Un impero che crolla dopo ventiquattro anni di dominio assoluto per un’inchiesta su spese folli, regali alle ex, schiaccianoci e campanacci come la Nutella, i proiettili e i videogiochi di Lega e Pdl al Pirellone. Avrebbe fatto anche questo, secondo le indagini della Corte dei conti e l’inchiesta della procura che lo accusa di peculato, il governatore di Bolzano Durnwalder: capace di utilizzare personale della Provincia per le pulizie in casa e di pagare un milione, c’era ancora la lira, per una sua gigantografia in abiti tradizionali. Ma qui non siamo nella Milano padana che se ne frega ed elegge Bobo Maroni governatore e neppure nella Roma decadente di er Batman.

Qui siamo nell’austero e operoso Alto Adige e Luis Durnwalder è presidente della provincia autonoma di Bolzano per il Südtiroler Volkspartei da prima che cadesse il Muro di Berlino. Dal 17 marzo 1989, con il mandato in scadenza proprio nel 2013, anno che per il cavaliere di gran croce Durnwalder, 150 mila euro netti annui solo di stipendio, è quello della pensione, della fine del regno. Una settimana fa, in conferenza stampa, Durnwalder ha mostrato tutto il nervosismo per quest’indagine della Corte dei conti approdata poi alla Procura di Bolzano: “Ho speso solo per il bene pubblico, credo di aver amministrato bene per 25 anni”. Sotto indagine il “conto riservato” per le attività istituzionali del presidente, 72 mila euro l’anno che dovrebbero essere giustificati, ma dove i conti non tornano affatto dal 1994 al 2011: il danno erariale ammonterebbe a un milione e 635 mila euro. Che cosa avrebbe combinato con una cifra del genere un signore più tedesco che italiano, classe 1941, quinto di undici fratelli, dall’apparenza così fiera, una vita in politica – eletto sindaco di Falzes, la sua città natale, nel 1969 – alla guida del nobile partito popolare del Sudtirolo?

I regali alle sue donne, Durnwalder come Berlusconi? Robert Schülmers, il procuratore della Corte dei conti che ha sequestrato tutta la documentazione del fondo riservato 1994-2011, ha parlato di “vuoto etico”. Solo nel 2011 il fascicolo della procura riporta mille e 150 euro di biglietti aerei per Vienna della sua attuale compagna, Angelika. Poi il fondo pensione della sua ex fidanzata, Heike. Tasse, l’Ici, bollette e spese per la casa di Gerda, l’ex moglie. Se un ritratto della figlia dalla modica cifra di 3500 euro può apparire una debolezza a suo modo romantica, nella lista al vaglio della procura ci sono anche cose da un Trota qualsiasi: yogurt, assicurazioni, fazzolettini, lucido da scarpe, ombrelli, caramelle, scatole di aspirine, altri medicinali, mazzi di fiori, spumante, permessi per la caccia. Il massimo, però, lo raggiungono uno schiaccianoci da 1.250 euro, un campanaccio per pecore, un bersaglio con il suo nome inciso, da regalare a degli amici, dal valore di 4,3 milioni di lire nel 2001. E ancora quei 100mila euro destinati alle pulizie di casa Durnwalder per mano e fatica del personale della Provincia. E, a rendere ancora più grottesco il tutto, ci sono le spese per la stampa dell’autobiografia e anche quella gigantografia, pagata un milione di vecchie lire, che lo ritrae in abiti tradizionali sudtirolesi, là, appesa da qualche parte, a testimoniare almeno un po’ di narcisismo di Luis Durnwalder, la cui stella pare destinata a cadere, nonostante i comitati di cittadini e gli alpini che lo difendono e lo amano: “Tutta la nostra stima, signor presidente”.

Twitter @viabrancaleone

da Il Fatto Quotidiano del 3 marzo 2013

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