Questo è un mini-post, mirato a fare arrabbiare alcuni miei lettori, così imparano a essere troppo d’accordo con me, come per il ponte.

Ieri sul Sole-24 Ore è stato annunciato con note di giubilo un grande piano del ministro Barca per raddoppiare e migliorare le ferrovie siciliane. Il giubilo, in sé legittimo, è probabilmente connesso a 2,5 miliardi di nostri soldi che vanno alle imprese di costruzione. Ovviamente il piano non sembra corredato da alcuna analisi, non dico economica o finanziaria (per le ferrovie, lo Stato paga sempre tutto a priori, e a piè di lista), ma neppure della domanda prevedibile negli anni futuri, che sarà senz’altro un po’ maggiore di quella attuale, in quanto diminuiranno i tempi di viaggio (ma non tanto).

Proviamo a fare due conti banalissimi: una linea a semplice binario porta senza problemi e in tutta sicurezza 80 treni al giorno (di linee a semplice binario ce ne sono moltissime in tutta Europa e Usa). In Svizzera e Giappone queste linee portano anche 110 treni, ma con regimi di circolazione e di blocco particolari, e in fondo si tratta di paesi lontani.

Immaginiamo ora che il traffico di gran lunga prevalente sia quello passeggeri (le merci sulle distanze siciliane possono avere solo un ruolo ridotto). Cioè si possano fare 36 treni passeggeri al giorno per senso di marcia (+ 4 treni merci). Corrispondono circa a un treno ogni 15 minuti nelle ore di punta e uno ogni mezz’ora nelle altre ore (4 ore di punta: 16 treni, 8 ore di morbida: altri 16). I treni ovviamente nel tempo possono divenire assai più capaci di quelli attuali, a doppio piano, con elevate accelerazioni ecc.. Quindi la capacità complessiva potrà ancora aumentare.

Linee a doppio binario potrebbero servire addirittura 220 treni al giorno, cioè più di due volte e mezzo quella domanda!

Ma quell’elevatissimo costo serve anche a migliorare le linee attuali, rendendole più veloci, come abbiamo detto. Anche per il rapporto tra costi e questi risparmi di tempo occorrerebbe vedere qualche straccio di calcolo, come per i benefici ambientali, che nel caso di investimenti ferroviari sono inferiori a quanto si creda (o venga fatto credere).

Difficile dire quanto pesi il costo del raddoppio rispetto ai costi del miglioramento delle linee attuale: diciamo solo il 40%, per prudenza? Sarebbe comunque un miliardo di soldi pubblici buttati dalla finestra, con tutti i problemi urgentissimi che ha la Sicilia, se la domanda non giustificasse il raddoppio.

Ma a pensar male si va all’inferno, per cui aspettiamo con ansia di vedere lo studio di domanda che giustifichi il raddoppio di quelle linee, darne atto ai lettori, e, se lo studio risultasse convincente, fare pubblica ammenda. Si accettano scommesse….

Articolo Precedente

Rcs, attesa per il cda. In settimana le offerte vincolanti per i periodici

next
Articolo Successivo

Svizzera, referendum storico: stop ai compensi d’oro ai super manager

next