Bersani per una volta ha fatto una mossa da bravo giocatore di scacchi: non potendo aprire a Berlusconi contro il quale aveva fatto campagna elettorale, poteva solo agganciarsi a Vendola, cercare qualcosa nei programmi di quest’ultimo simili alle proposte di Grillo e passare la patata bollente a Grillo. D’altronde l’elettorato si è espresso in modo chiaro: Monti e l’austerità sono stati bocciati, la politica ha preso uno schiaffone, a Bersani non restava che dire a Grillo: ok, vediamo cosa sai fare, ti prendi la responsabilità dell’ingovernabilità o vuoi giocare sul serio adesso?

Ora Grillo è in un empasse: seguire la linea da duri e puri o aprire ad un governo programmatico con il tanto detestato Pd?  Come si muove rischia di perdere fette di elettorato. Secondo i flussi elettorali di molte città calcolati dall’istituto Cattaneo, Grillo ha preso più voti a sinistra oppure a destra? Nella maggioranza delle città considerate il principale tributario è rappresentato dal Partito Democratico, il secondo contributo importante al M5s viene dalla Lega, il terzo partito a donare voti al M5s è rappresentato dall’Italia dei Valori, c’è poi un flusso che viene al Movimento 5 stelle dalle estreme, sia di sinistra che di destra. Emerge con chiarezza lo spostamento di ex-elettori Pd verso il M5s (flussi presenti dovunque). Cosa vuol dire questo? Che ora non basterà a Grillo ascoltare la sua base, dovrà fare i conti con chi l’ha votato. E chi l’ha votato non è un estremista ma elettori disillusi dal Pd, Idv, Lega e molti ex Pdl che comunque vogliono fatti, vogliono un governo, vogliono pulizia ma anche stabilità. Non credo a chi dice che la base del M5S chiede a Grillo di allearsi con il Pd, non lo chiede la base, lo chiedono gli elettori, che non sono militanti. Ora se Grillo accontenta i militanti perde una fetta cospicua di elettorato che l’ha votato per ripulire il Parlamento, se accontenta l’elettorato che vuole sicurezze e governabilità e non consegnare il paese a Berlusconi e al governissimo, perde la base e il malcontento potrebbe spaccare il M5S.
 
Cosa deciderà? Deciderà lui, farà decidere alla base con una piattaforma online di democrazia diretta che non c’è? Grillo nella sua sfida personale al Pd credeva di aver fatto scacco matto, ma alle corde ora è lui, e se non saprà essere un politico ora rischia di perdere il banco. Ricordo che in Grecia quando si è tornati a votare Syriza ha perso, siamo convinti che se si torna alle urne e se il Pd mette in campo Renzi, Grillo faccia il botto definitivo? Altra domanda: Grillo vuole governare e spera di sbancare tornando alle urne o ha paura di governare e vuole stare solo all’opposizione? Comunque sia Bersani l’ha messo dinanzi ad un dilemma e nella condizione, qualora si rifiuti di allearsi, di essere il responsabile di un governissimo o di un ritorno alle urne per ignavia o celodurismo, perché sarà con questo tema che Renzi farebbe campagna elettorale contro di lui. 

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