Ciao Signore, 
sì lo so cosa stai pensando: voi uomini mi chiamate in causa solo quando le  cose vanno bene o male. Quando vanno bene chiedete che tutto rimanga così. Quando vanno male chiedete aiuto o mi maledite. E’ vero.
Ma io non so più a chi rivolgermi.
E’ che sono stanco, Signore, ma proprio stanco.
Non ne posso più di vedere quello che vedo, di sentire quello che sento. 

Non ne posso più ascoltare gente che si lamenta, che non gli sta bene la vita che fa (e in molti casi ha ragione) per poi svegliarmi sempre nella stessa situazione.
Sono stanco di frasi “non voglio vedere più le stesse facce” per poi ritrovarmele quasi tutte lì il mattino dopo.
Sono stanco del “tanto peggio tanto meglio“, degli sfacisti a tutti i costi, del rompiamo tutto.

Ti ricordi, Signore, la manifestazione di Roma dell’anno scorso?
Quella in cui tanta gente pacifica, che voleva dimostrare il suo disagio, è stata costretta a scappare di fronte alla violenza di un branco di imbecilli? 
Ti ricordi che avevano, persino, dato fuoco a una casa, dicendo che era una caserma della Finanza (e come se questa fosse cosa buona e giusta)?
Ti ricordi che in realtà ci abitava una coppia di pensionati? 
Ti ricordi che incontrai quella coppia di anziani signori un po’ di giorni dopo in banca, che chiedeva un prestito?
Ma come: protesti contro le banche e il risultato che ottieni è che una coppia di pensionati debba impegnarsi i suoi pochi averi per continuare a vivere? 
Ti ricordi come piangeva quella povera signora?
Ti ricordi che mi disse in lacrime: “Mi hanno bruciato tutto…tutto. Persino l’album fotografico del mio matrimonio. Non ho più un ricordo della mia vita”? 

Perché questo è il Paese in cui mi hai fatto nascere: un Paese a cui qualcuno, quotidianamente Te lo assicuro, dà fuoco alla memoria
Un Paese che dimentica tutto, passa su tutto, giustifica tutto. 
Perché tu ci hai detto cosa fare se un uomo ti dà uno schiaffo, ma non se ce ne dà cento. 

Sono stanco Signore, della gioia dell’anarchia, dell’immobilità che rimpingua sempre le stesse tasche. Del “che me frega dello spread”, come se quello non fosse un segnale che ci dice che aziende chiuderanno, persone perderanno il posto di lavoro, saranno per strada. 
Sono stanco degli incapaci. Di coloro che con il comportamento da soloni intransigenti, spaventati da una novità, annichiliti dalla paura di perdere la loro poltroncina, riescono solo a perdere consensi. 
Sono stanco di un Paese che decide se una cosa è giusta o meno, in base a chi la dice. Ma non era bellissimo condividere messaggi meravigliosi, che so, di Madre Teresa di Calcutta, pur essendo atei? 
Sono stanco di chi impone il suo pensiero agli altri dicendo di rappresentarti. 

Sono stanco e vinto. Perché, forse, prima di avere una classe politica che ci meritiamo, abbiamo il popolo che ci meritiamo. 
Ah! Quasi dimenticavo. Lo so che non l’hai mai fatto. Ma non è che quando hai un minuto di tempo puoi fulminare chiunque abbia avuto l’idea dello slogan “smacchiare il giaguaro”? Te ne sarei per sempre grato. 

 

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