“Vedremo quando saremo dentro il Parlamento: valuteremo riforma per riforma, legge per legge” e ci potrà essere l’appoggio del M5S “se vi saranno proposte che rientrano nel nostro programma assolutamente sì”. Beppe Grillo esce allo scoperto. Da Genova, parlando con i giornalisti, il comico traccia la strada del movimento. Che non accetterà inciuci, combatterà per impedire “ogni governissimo” e, in merito ad ogni accordo post voto, ribadisce la linea: “Non è il momento di parlare di alleanze. Messi così non riusciranno a governare (il riferimento è al Pd, ndr). Il nostro appoggio dipende se seguiranno il nostro programma”. 

Un Grillo nuovo, che ricalca la politica scelta dal M5S in Sicilia, dove i ‘suoi’ eletti all’assemblea regionale appoggiano provvedimento per provvedimento il governo di Rosario Crocetta. Del resto il comico genovese non nasconde il paragone con l’esperienza isolana. “Il modello Sicilia è meraviglioso” ha detto Grillo. I 15 deputati eletti all’Ars, infatti, non fanno parte della maggioranza né della giunta, ma hanno sostenuto provvedimenti di giunta e maggioranza come Dpef e la mozione sul no al Muos. Non un’apertura vera e propria, quindi, bensì un’assunzione di responsabilità. Che si accompagna, ovviamente, ai soliti ingredienti del programma a 5 stelle. Su questo Grillo non farà sconti e lo fa capire chiaramente. A partire dall’alta velocità Torino-Lione. “Se non ci sono soldi non si fanno le grandi opere, né la Tav né la Gronda. Per chi perderà il lavoro noi proponiamo il reddito di cittadinanza” dice il comico, il quale poi annuncia che sarà lui ad andare al Colle per le consultazioni con Napolitano. Cosa dirà al Presidente della Repubblica? “Che il M5S non si allea con nessuno”. Berlusconi? “Si è comprato i voti con l’Imu”. Monti? “Ha una comunicazione anni ’70”. Chi al posto di Napolitano? “Mi piacerebbe Dario Fo” è il parere di Beppe Grillo, che poi rivela come il movimento sceglierà on line il prossimo inquilino del Quirinale.

Poi la solita dialettica, basata sulla fine di un’era: quella della vecchia politica, della casta. “Che cosa faranno i politici? faranno come hanno fatto prima. Si metteranno insieme il Pdl e il Pdmenoelle. Lo dico da anni. Ora si sorprendono, parlano di coalizioni ma la loro storia è finita” ha detto il leader del M5S, secondo cui “gli italiani non votano a caso” e “queste elezioni lo hanno ribadito, scelgono chi li rappresenta”. Per questo motivo, a sentire il comico, “si profila a grandi linee uno scontro generazionale, nel quale al posto delle classi c’è l’età. Le giovani generazioni stanno sopportando il peso del presente senza avere alcun futuro e non si può pensare che lo faranno ancora per molto”. “Questo peso è insostenibile – sottolinea – Sta arrivando la primavera“.

Poi il ritorno sull’elettorato berlusconiano, ma con una lettura diversa, tutta rivolta al futuro (e dall’alto del risultato elettorale): “C’è una fascia di italiani che galleggia sulla crisi che ha votato Berlusconi – dice – Ma ancora per poco, perché noi italiani siamo in fase discendente non di ripresa dalla crisi, è la crisi che non dà scampo. Allora, o diventiamo comunità, diamoci una mano uno con l’altro, le parole devono essere diverse, queste sono le parole guerriere: senso di comunità, onestà e solidarietà. La politica deve essere stare insieme sentirsi parte di un progetto”.

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