Madre al Senato e figlio alla Camera. Entrambi esponenti del Movimento 5 Stelle. Accade nel collegio Lazio 2, a Latina dove, dallo ‘tsunami’ di Grillo, arrivano in parlamento in tre. Tra loro ci sono Ivana Simeoni, 63 anni, operatrice del servizio 118 cittadino, che andrà a Palazzo Madama, e il figlio 40enne Cristian Iannuzzi, che ha un posto assicurato a Montecitorio. 

I loro nomi erano stati selezionati online attraverso le parlamentarie. Già all’epoca erano stati sollevati dubbi sull’opportunità delle due candidature, ma le selezioni, era stato spiegato, si erano svolte in maniera regolare. Lo scorso dicembre, a selezioni concluse, i 5 Stelle avevano risposto alle critiche comparse su un quotidiano locale precisando che “tutto è avvenuto seguendo alla lettera le regole interne del Movimento che, è bene evidenziare, è l’unica forza politica che ha stabilito tempi e modalità di scelta dei candidati”. Inoltre, proseguiva la nota, “crediamo che sia piuttosto curioso che quando il Movimento era all’1%, 2% dei consensi nessuno notò la partecipazione di Cristian Iannuzzi e Ivana Simeoni, figlio e madre, alle elezioni amministrative del 2011. Se l’indignazione vale oggi perché non sottolineare la supposta “parentopoli” anche un anno e mezzo fa?”.

Un caso di parentopoli che, però, nel Movimento non è il primo. Infatti anche in Lombardia due candidate al Senato, entrambe elette, Giovanna Mangili e Laura Bignami, sono consorti di consiglieri 5 Stelle di Cesano Maderno e Busto Arsizio. Ma Vito Crimi, capolista in Lombardia 2 e secondo al Senato, difendeva il Movimento: “Sono tutte dietrologie – aveva detto al fattoquotidiano.it – Non piazziamo nessuno, non siamo una parentopoli. Mangili e Bignami hanno portato a casa tanti voti e se li sono conquistati con le loro forze”. 

IL DISOBBEDIENTE

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