Il 18 febbraio Angela Bruno, la dipendente della Green Power travolta dai doppi sensi di Silvio Berlusconi (“Lei viene? Quante volte?”), ha rotto il silenzio rivolgendosi a chi, di quel siparietto, aveva riso: “Cosa avreste fatto se quelle domande le avessero rivolte a voi o a vostra figlia?”. Oggi a Milano, alcune note esponenti del Pdl hanno deciso di dare un segnale, al grido di “Siamo donne, non siamo bambole”, slogan di un programma in otto punti dedicato proprio alle donne. Ad officiare la presentazione al Circolo della Stampa è Daniela Santanchè: “Noi non chiediamo le quote rosa, ce le prendiamo”, dichiara attaccando il centrosinistra e in particolare Pierluigi Bersani, che in campagna elettorale aveva detto che il Cavaliere tratta le donne come “bambole gonfiabili”.  “Quella sì, una battuta maschilista e qualunquista”, puntualizza Mariastella Gelmini, altra promotrice del manifesto delle donne. Insomma, nessuna autocritica. Anzi, “se c’è uno che non ha mai svilito le donne è Berlusconi – sentenzia la Santanchè – poi, anche lui deve lottare con il maschilismo che c’è in tutti i partiti, anche nel Pdl”. Però, continua, “noi non abbiamo mai avuto motivo di vergognarci di essere donne del Popolo della libertà”. La parola passa ai giornalisti presenti. Azzardiamo una citazione: “Lei viene? Quante volte?”, domandiamo alla pasionaria. Le signore in sala sbottano. “Sicuramente più di lei”, grida una. Ma la Santanchè ha qualcosa da dire: “Anche a lei sarà capitato di fare delle battute, ma lei le sue battute le fa a quelle donne che sono disponibili sul mercato”. E ancora: “Tocca a noi donne far capire che non si è disponibili sul mercato”. Tutto qui. Nel femminismo in salsa Pdl la difesa della dignità della donna si riduce a una questione di disponibilità a “stare sul mercato”. L’uomo è uomo. Se poi si chiama Berlusconi e, come ricorda l’ex ministro Gelmini, “ha il gusto della battuta”, non possiamo fargliene una colpa. Cosa avrebbe fatto Daniela Santanchè al posto di Angela Bruno? “Mi sarei fatta una risata”  di Franz Baraggino

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