Per trovare una soluzione alla crisi economica della Grecia sarebbero potuti bastare 50-70 miliardi di euro se l’intervento fosse stato più rapido. A sostenerlo è stato un noto europeista, l’economista Alberto Quadrio Curzio nel suo discorso inaugurale all’apertura dell’anno accademico dell’Istituto lombardo Accademia di Scienze e Lettere.

“Se l’incendio greco fosse stato affrontato nei primi mesi sarebbe stato fermato molto prima e con oneri minori, con 50-70 miliardi si poteva chiudere la partita invece che con i 300 miliardi ad oggi necessari; e probabilmente non è finita perché i tassi di disoccupazione sono sopra il 50% e si è indebolita la struttura dello Stato”, ha evidenziato Quadrio Curzio.

“L’Europa è stata lenta, a un certo punto la situazione è sfuggita di mano” e ha spiegato: “ottima e rapida la decisione dell’Europa di istituire un fondo di sostegno, ma poi grande lentezza del fondo stesso per diventare operativo”.

Per uscire dalla crisi ”Italia ed Europa devono riformare le loro istituzioni”, ha poi detto. “Non possiamo credere che il risanamento dell’Italia passi solo da restrizioni finanziarie senza che corrispondano misure politiche istituzionali che garantiscano maggior stabilità al nostro sistema – ha proseguito – E anche l’Europa deve farlo, significa non necessariamente scegliere un sistema federale ma un sistema chiaro; così anche l’Italia deve decidere se vuole essere centralista o, alla Cattaneo, alla Einaudi, federale”.

“L’Italia è il punto debole dell’Europa per debito pubblico e debolezza delle Istituzioni, ma anche il punto forte”, ha precisato ricordando che quella del nostro Paese è, per esempio, la seconda manifattura in Europa dopo quella tedesca e davanti a quella francese. “Sono fiducioso: Italia ed Europa hanno enormi risorse”.

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