Dopo il flop alle elezioni comunali di Latina del 2011, con soli sei voti ottenuti nella lista fasciocomunista Pennacchi per Latina-Futuro e libertà, Filippo Rossi ci riprova. Ma questa volta l’ormai ex direttore de il Futurista (continuerà a firmare la testata solo per qualche altro giorno ancora) si candida sindaco nella città in cui vive e ha fondato il festival Caffeina Cultura Viterbo. “Quella di Latina era una provocazione”, ricorda Rossi, contattato da ilfattoquotidiano.it. Adesso invece “nella mia città” si fa sul serio. Per quella che dallo scorso dicembre era diventata più di un’indiscrezione, arriva dunque l’ufficialità. Ad annunciarlo è proprio lui: “Non si può non fare. L’offerta che presentiamo è concreta e reale per amministrare bene la città”. E dare un taglio netto a quella “politica statica e conservatrice, fatta dai soliti noti”, che per tanti, troppi anni si è impossessata del capoluogo della Tuscia, bloccandone la crescita con i soliti “accordi e i favori agli amici e agli amici degli amici”.

Rossi va così ad aggiungersi alla già nutrita schiera di giornalisti scesi in campo. Anche se per l’ex direttore di Ffwebmagazine – il periodico on line della fondazione finiana FareFuturo, chiuso dopo soli due anni –, che tiene a ribadire la sua assoluta verginità politica, si tratta di un ritorno. Ma non più con il partito di Gianfranco Fini, dal quale Rossi ha tuttavia ottenuto la benedizione: “Non mi ha dato un scappellotto e nemmeno mi ha detto ‘che cavolo fai?’”. Al presidente della Camera (uscente) Rossi rimarrà sicuramente sempre affezionato. Di Fini, l’aspirante sindaco di Viterbo, non può fare a meno di ricordare la coraggiosa scelta di rompere con il berlusconismo: “Una cosa importante nella politica italiana”. Ma “la svolta partitocratica del finismo”, la scelta di costruire “un partitino per garantire i soliti noti (Futuro e Libertà, ndr)”, Rossi non l’hai mai digerita. E “l’ho sempre scritto. Quando poi ho visto che non c’era più margine di influire sull’esperienza finiana, ridotta ad un’espressione partitica d’apparato – prosegue Rossi – ho preferito fare altro”. Insomma ognuno per la sua strada. Rossi, firmatario, come lui stesso ricorda, del manifesto “Verso la Terza Repubblica”, correrà per la poltrona di primo cittadino con la lista Viva Viterbo, che prende il nome dall’omonimo movimento civico, nato lo scorso dicembre. E a “sostenere con convinzione” la candidatura di Filippo Rossi alle prossime amministrative del 26 maggio, come promesso dal suo direttore – nonché capolista in Toscana di “Scelta Civica con Monti” alla Camera – Andrea Romano, ci sarà anche il movimento montezemoliano Italia Futura.

“Siamo attualmente un cantiere aperto” al quale stanno aderendo sempre più persone e di diversa estrazione politica-culturale. E questo lo carica tantissimo: “Ho sempre sognato la trasversalità politica – ammette Rossi – soprattutto per il governo della polis, in cui c’è tantissima gente che la pensa in modo diverso, che si mette attorno a discutere, scoprendo poi di avere tante cose in comune: tutto ciò mi emoziona. Io un Grillo di Viterbo? Non lo so, certo è che la nostra offerta è di totale rottura con la politica che conosciamo”. Proprio come quella del Movimento 5 Stelle, che Rossi azzarda a paragonarla (in senso lato, sia chiaro) alla proposta di Mario Monti. Al quale un anno fa, prima che scendesse in campo, il Futurista dedicò la prima pagina: la foto del prof. con il titolo “Il nostro Grillo”. “Seppur in modi totalmente diversi, e contrastanti tra loro – spiega Rossi –, le due offerte danno infatti risposta in qualche modo alle stesse domande. Una in forma più protestataria e l’altra con toni più pacati, ma sono convinto che sono gli unici due che stanno cercando di rompere il conservatorismo. Quindi anche se non voterò Grillo, capisco chi lo farà ”.

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