La7 non può attendere Diego Della Valle. In meno di quattro ore, il consiglio di amministrazione di Telecom Italia, infatti, ha deciso di non prendersi il tempo necessario per approfondire la manifestazione d’interesse del patron della Tod’s per La7, arrivata sabato 16 in zona Cesarini. Ha invece deliberato di avviare una trattativa in esclusiva con Urbano Cairo che venerdì 15 si era presentato alla linea del traguardo con Claudio Sposito, l’ex amministratore delegato della Fininvest oggi alla guida del fondo Clessidra.

Entrambe le proposte sarebbe scadute martedì 19. Scadenza che era stata messa in forse dall’ingresso a gamba tesa sulla scena da parte di Della Valle. L’imprenditore marchigiano aveva infatti inviato una lettera al presidente della Telecom, Franco Bernabè, chiedendo “il tempo minimo necessario per studiare il dossier La7″ e ipotizzando di “riunire nell’azionariato un gruppo di persone che vogliano bene al nostro Paese e che abbiano voglia di sostenere uno strumento di informazione importante, garantendone la totale autonomia, e di coinvolgere nell’azionariato professionisti che lavorano attualmente a La7 e altri ancora che avranno voglia di partecipare a questo progetto”.

Insomma, per Della Valle, che come Cairo era interessato alla sola parte televisiva (esclusa Mtv), “l’iniziativa deve essere considerata anche come un impegno civile che tutti insieme, quelli che vi parteciperanno, prenderanno nei confronti del Paese e di tutti i cittadini che considerano l’informazione seria e libera un grande strumento di democrazia”. A differenza dei due imprenditori, il fondo Clessidra con la consulenza di Marco Bassetti, puntava all’intero perimetro del gruppo e proprio oggi aveva corteggiato apertamente il direttore del TgLa7, Enrico Mentana, ventilandogli la presidenza della società dalle colonne del Messaggero. Proposta che il giornalista ha però respinto al mittente.

Tanto quanto il cda di Telecom. Nonostante le somme messe sul piatto, secondo quanto trapelato in queste settimane, non fossero soddisfacenti, non ha ritenuto necessario modificare i termini dell’asta e far entrare in gara un terzo pretendente. E così dopo aver esaminato le sole due offerte sul piatto, “ha approvato l’avvio di una fase di negoziazione in esclusiva con Cairo Communication per la cessione dell’intera partecipazione in La7 Srl con l’esclusione della quota di MTV Italia (51%) detenuta dalla stessa La7”. La trattativa durerà due settimane entro le quali presidente del Toro dovrà presentare la sua offerta definitiva.

La scelta, però, non è stata presa all’unanimità. Ha tenuto a precisarlo Tarak Ben Ammar, consigliere di amministrazione di Telecom in rappresentanza dell’azionista Mediobanca.  “Il messaggio che abbiamo voluto dare è che la politica non entra nel cda di Telecom perché abbiamo preso una decisione prima delle elezioni nel solo interesse dell’azienda”, ha aggiunto rispondendo indirettamente alla richiesta fatta a Telecom dal leader del Pd, Pierluigi Bersani, di prendere tutto il tempo necessario per fare le opportune valutazioni sul compratore dell’emittente.

Il faccendiere franco-tunisino vicino a Silvio Berlusconi ha quindi confermato che il consiglio di amministrazione di Telecom ha esaminato solo le due offerte ufficialmente arrivate sul tavolo per La7, cioè quella di Clessidra e quella di Cairo. “Non abbiamo parlato dell’offerta di Diego Della Valle – ha detto Ben Ammar, lasciando la riunione – e come si fa? Sapete quanta gente è interessata ad essere presidente della Repubblica…”. Se il patron di Tod’s volesse rientrare in campo per rilevare la tv del Gruppo Telecom dovrebbe a questo punto rivolgersi a Cairo: per Della Valle, infatti, ci sarebbe una possibilità solo “se Cairo non compra”, ha aggiunto Ben Ammar. “Della Valle, se vuole, si mette d’accordo con Cairo”, ha concluso.

”Prendiamo atto della decisione del cda di Telecom”, ha commentato in una nota il patron della Tod’s e della Fiorentina che su un altro tavolo legato all’informazione, quello del Corriere della Sera di cui è socio di peso, ha posizioni contrapposte rispetto a quelle degli azionisti principali della Telecom: Mediobanca, Intesa e Generali.  “Volevamo tentare di costruire un modello nuovo di società di media”, ha ricordato confermando le intenzioni di dare vita a una nuova società “che coinvolgesse un gruppo di investitori italiani, professionisti che lavorano attualmente a La7 ed altri che sarebbero arrivati, per cercare di sviluppare ancora con più determinazione un polo televisivo coerente con i principi di salvaguardia dell’indipendenza dell’informazione”. Dopo la concessione dell’esclusiva a Cairo Communication, “ci auguriamo che questo avvenga comunque, il Paese ne ha sicuramente bisogno”, ha concluso Della Valle.

Quel che è certo è che Cairo da Telecom avrà una “dote”. “Non posso commentare perché non siedo nel cda di Telecom Italia Media (la società cui fa capo La7, ndr) che è quotata in Borsa. Comunque sì, ci sarà una dote”, ha confermato Ben Ammar aggiungendo che per chiudere con Cairo “sono stati dati tempi molto rapidi”. L’imprenditore torinese ha già un importante contratto per la raccolta pubblicitaria di La7 che nel 2012 gli ha fruttato 161,9 milioni di euro, quasi la metà del fatturato del suo gruppo editoriale e aveva recentemente confermato al Fatto Quotidiano di aver chiesto una dote a Telecom per rilevare La7. “Quella televisione ha un palinsesto prestigioso, ma un conto economico difficile. Perciò ho chiesto un piccolo aiutino al venditore per far fronte all’acquisto”, aveva dichiarato smarcandosi contestualmente da Silvio Berlusconi.

“Ora è importante mettersi velocemente al lavoro per dare slancio alla rete che ha dei punti di forza notevoli ma anche costi notevoli. Bisogna trovare un equilibrio”, è stato il commento di Cairo con l’Ansa sulla decisione di Telecom. Il primo endorsement dall’emittente, invece, non è arrivato da Mentana e Santoro che l’imprenditore aveva già dichiarato inamovibili in caso di vittoria, ma da Gad Lerner. ”Cairo è una vecchia conoscenza, un tipo che bada al sodo, non me lo vedo pedina di giochi altrui. Il resto si vedrà”, ha detto il conduttore di La7 sul suo sito spiegando che “è presto per commentare la decisione di Telecom. Possiamo solo rilevare che la riunificazione in una sola figura dell’editore e del venditore di spazi pubblicitari può rappresentare una razionalizzazione economica mancata nel passato”.

Articolo Precedente

Servizio pubblico, seconda edizione concorso per videoreporter

next
Articolo Successivo

La7, scontro Bersani-Berlusconi. E Bernabè avverte: “Con Cairo assicurato pluralismo”

next