Reeva Steenkamp è morta la notte del 14 febbraio mentre in tutto il mondo si preparava One Billion Rising, la danza contro la violenza sulle donne proposta da Eve Ensler l’autrice de I monologhi della vagina. Reeva, ventinove anni, laureata in legge e modella, è morta con quattro colpi di pistola alla testa e alle mani, sparati in casa dal fidanzato Oscar Pistorius che ha dichiarato di averla scambiata per un ladro. La polizia non ha creduto alla versione dei fatti di Pistorius e l’ha arrestato per omicidio premeditato. I quotidiani hanno riferito di “incidenti domestici” che sarebbero capitati in precedenza in quella abitazione. Oscar Pistorius era l’atleta che correndo su arti di carbonio aveva commosso il mondo partecipando alle paraolimpiadi e poi alle olimpiadi di Londra del 2012.  The fastest thing on no legs era stato soprannominato: un uomo che era diventato un simbolo per donne e uomini diversamente abili sconfiggendo un destino feroce che lo aveva colpito fin dalla nascita. Ad undici mesi gli erano state amputate le gambe per una grave malformazione ma questo non gli aveva impedito di correre e gareggiare in atletica.

Un eroe, così doveva averlo visto anche Reeva Steenkamp. Pistorius aveva vinto molte competizioni e gare superando difficoltà per noi inimmaginabili ma in un attimo, ha perso completamente tutto. Tragico errore oppure omicidio volontario premeditato come sostiene la polizia? Tra gli ultimi tweet di Reeva c’erano l’invito a sollevare la voce contro gli stupri in sud Africa in occasione della morte, dopo un brutale stupro di gruppo, della diciassettenne Anene Boysen.

Aveva lanciato quell’appello in occasione dell’imminente One Billion Rising in qualità di testimonial contro la violenza sulle donne: un problema di enorme portata in Africa. Un altro tweet si riferiva alla festa di San Valentino: “Che cosa tirerete fuori dal cilindro per il vostro amore?”. Che cosa ha trovato Reeva la notte di San Valentino nell’abitazione di Pistorius? Un destino assurdo o la fragilità e l’incapacità di un uomo di vivere una relazione sentimentale con una donna, accettandone tutti i rischi possibili di fallimento, abbandono e dolore? Per molti uomini, anche quelli che vediamo intenti a superare eroiche imprese, è la gara con se stessi più difficile da vincere.

di Nadia Somma

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