Era maggio Giovanni, ascoltavo il crescere e rinnovarsi della natura, mentre affacciato fumavo e sbuffavo da una finestra di casa.

L’artifizio umano sembrava sospeso, ospite discreto di un mondo ancestrale.

Sospeso dal mio quotidiano mi cullavo nell’amaca dei colori sospinta da profumi materni e da luce avvolgente.

Rimasi sospeso per quel boato per mano di uomo lontano da me.

Sembrava che la ferocia indispettita volesse di nuovo il suo spazio per segnare un nuovo confine e ribadire il comando.

Rimasi sospeso.

Con Paolo lo stesso viziaccio del fumo, essendo a volte anche scortesi.

Cercavi con l’amico pescatore il distacco e il silenzio del mare che mai tradisce chi lo rispetta e l’asseconda.

Rimasi sospeso per l’onda di fuoco che vi annegò.

Rimasi e rimango sospeso.

Gregorio Pellicanò 

 

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