“L’Italia ha fatto grandi progressi in questi 14 mesi, con la comprensione e l’aiuto di forze politiche diverse e questi progressi possono e devono continuare“. Giorgio Napolitano incontra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama dallo studio ovale della Casa Bianca e indica la strada del post-voto, soffermandosi proprio sul lavoro del governo Monti. Già Washington nei giorni scorsi si era soffermato su quei 14 mesi di lavoro del governo tecnico sottolineandone i pregi. “Ho messo in luce – conferma il presidente della Repubblica – come noi abbiamo dato priorità al risanamento finanziario essendo arrivati sull’orlo del disastro di un vero e proprio collasso finanziario” nel 2011. In Europa, però, c’è una condizione in più che è “più integrazione, soprattutto in campo finanziario ed economico”. “E qui – ha aggiunto – ho notato e stimolato un incitamento da parte americana a muoversi in questo senso”.

Napolitano al termine del colloquio ha anche rivelato di aver “un po’ deplorato che dopo 13 mesi di sostegno al governo Monti qualche partito dia ora giudizi liquidatori sulle sue scelte”. Il riferimento appare chiaro: il messaggio è diretto a Berlusconi e al Pdl. Obama, ha precisato, “è stato assolutamente impeccabile” sulla nostra scadenza elettorale: “Non ha detto nulla sulla possibile soluzione per la formazione del governo” in Italia. Quanto a Monti e alla sua decisione di candidarsi alle elezioni “l’ho rispettata come libera scelta”.

L’incontro odierno a Washington, ha spiegato lo stesso Obama, è stata l’occasione per avere “informazioni sulle elezioni e la formazione del governo in Italia”. Napolitano, ha proseguito il presidente Usa, “è stato un leader straordinario, non solo per l’Italia ma anche per l’Europa“. Un leader, ha aggiunto, “visionario” che ha reso “uno straordinario servizio”. Il presidente americano ha anche detto “grazie agli italiani per l’enorme contributo dato alle missioni internazionali” come l’essenziale aiuto fornito in Afghanistan. 

Abbiamo “ricordato – conferma Napolitano – che ci sono ancora le consultazioni per il nuovo governo che io dovrò fare: c’è ancora questo pezzo di strada abbastanza in salita che mi toccherà fare”. “Un comune senso di fiducia sul futuro dell’Italia” è emerso durante il faccia a faccia. E stato anche ribadito “un impegno comune sul fronte della pace globale, della democrazia e del rispetto dei diritti umani“. Nella conferenza stampa successiva all’incontro con il presidente Usa, poi, Napolitano ha ammesso di esser preoccupato per l’eventualità di una nuova tangentopoli. “Certamente se dicessi che sono tranquillo non mi credereste. E’ chiaro – ha spiegato il presidente – che sono preoccupato ma il centro dell’attenzione da parte della magistratura non è solo su quali sono i costumi prevalenti in caso transazioni internazionali, dove ci sono mediatori specializzati che certo non lavorano gratis et amore dei, ma capire se dietro quello che implicano queste transazioni internazionali e ricerche di canali per vincere le gare, ci sia qualcosa che si trasforma in Italia in riserva occulta o tangenti”. Tutto questo, ha concluso il Capo dello Stato, “mi preoccupa ma aspetto di vedere i risultati delle indagini”.

Anche di Europa hanno parlato Napolitano e Obama. Per il capo dello Stato italiano la creazione di un’area di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea, così come auspicato nei giorni scorsi anche dalla stessa Casa Bianca, per cui sono stati avviati i negoziati “può rappresentare un passaggio storico sul piano economico, ma anche morale”. “Questo accordo transatlantico deve essere realizzato e può rappresentare un contributo rilevante per lo sviluppo”. “Sono grato al presidente Obama – ha detto Napolitano parlando in inglese – per aver permesso questo scambio di vedute” che serviranno anche per “una espressione comune di senso di fiducia per il futuro dell’Italia”. Nel colloquio con Obama “si è discusso dell’Italia e dell’Europa e del rapporto con gli Stati Uniti soprattutto dal punto di vista della ripresa dello sviluppo – ha raccontato Napolitano – Il progresso compiuto nel cammino per uscire dalla crisi deve continuare e deve essere integrato e sviluppato con un forte accento sulla crescita anche in ambito europeo”. “Con il presidente Obama – conclude ho parlato molto di Europa e c’è stato un grande apprezzamento da parte sua per il lavoro svolto da Draghi alla guida della Bce anche se non tutto dipende dalla Bce”.

Le reazioni: il Pdl critica il presidente della Repubblica
Una pesante intromissione in campagna elettorale. Non usa mezzi termini in Pdl per commentare quanto detto da Giorgio Napolitano durante e dopo l’incontro con il presidente Usa Barack Obama. “La pesante intromissione di Napolitano nella campagna elettorale è un bruttissimo episodio ma non mi stupisce” ha detto il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi. E’ sceso più nel particolare, invece, Renato Brunetta, che ha detto di non condividere la visione del Colle. “Ci permettiamo di dissentire rispettosamente da quanto affermato a Washington dal presidente della Repubblica – ha fato sapere Brunetta – L’Italia nell’autunno 2011 non era al collasso finanziario, ma solo al centro di uno spaventoso attacco speculativo sul suo debito sovrano, come è ormai acquisito dalla migliore letteratura economica e finanziaria a livello internazionale, non obnubilata dalla ideologia e dalla partigianeria masochistica di casa nostra”.

Sulla stessa linea d’onda di Bondi, invece, si trovano sia Maurizio Gasparri (“Non condividiamo la difesa d’ufficio di Napolitano a Monti”) che Fabrizio Cicchitto. “E’ deplorevole il fatto che Monti, venendo meno alla parola data ed anche ad un impegno preso col Presidente della Repubblica Napolitano, sia sceso/salito sul piano politico per di più attaccando pure Pd e Pdl che lo hanno realmente appoggiato durante l’anno di governo e – ha spiegato Cicchitto – per quel che riguarda il Pdl, pagando anche dei prezzi altissimi in termini politici ed elettorali a causa dei disastrosi errori in politica economica che Monti ha commesso in tutto questo periodo”. Il capogruppo del Pdl alla Camera, poi, si rivolge direttamente al Quirinale: “Ci consenta il Presidente Napolitano di osservare che è anche un po’ deplorevole che ci sia un intervento politico alla fine della campagna elettorale da parte della massima autorità dello Stato che deve sempre rimanere al di sopra delle parti”. 

Sull’endorsement di Napolitano a Monti è intervenuto anche Antonio Di Pietro. Con parole nette di condanna. “Non si era mai visto che un Presidente della Repubblica, garante della regolarità e imparzialità delle elezioni politiche, si mettesse a tifare per uno dei candidati, come invece ha fatto oggi Napolitano sponsorizzando Monti – ha detto l’ex pm, candidato per Rivoluzione civile – Tra l’altro, nessuno dimentica che il professor Monti ha portato avanti provvedimenti iniqui che hanno colpito solo il ceto medio basso lasciando impunite ampie sacche di evasione e corruzione”.

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