È possibile per un Comune tagliare la bolletta energetica del 70% o arrivare al 90% di raccolta differenziata? La risposta è sì, soprattutto se a suggerire in che modo è chi lo ha già fatto. Come i “docenti” della Scuola di Alt(r)amministrazione: sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini. Che, per due giorni, diventeranno sia insegnanti che alunni. Obiettivo? Condividere storie, progetti, buone pratiche: esempi concreti di gestione del territorio, dell’energia e dei rifiuti. Il tutto con un occhio di riguardo alla partecipazione e ai nuovi stili di vita. Una vera e propria scuola di buona politica, insomma, per indicare come muoversi verso un’altra economia e, possibilmente, una nuova società. Mostrando che migliorare il Paese, invece che spolparlo, è possibile anche in tempi di crisi. Il programma e l’organizzazione dell’evento è frutto del lavoro e dell’impegno di Dario Ciapetti, sindaco di Berlingo (in provincia di Brescia), morto tragicamente due mesi fa. A lui sarà dedicata questa scuola.

“Stiamo assistendo alla peggior campagna elettorale degli ultimi vent’anni, si parla solo di tasse e delle promesse da pinocchio per toglierle. Nessuno dei leader dei principali schieramenti politici parla di futuro, ecologia e sostenibilità, integrazione” afferma Marco Boschini, coordinatore nazionale dell’Associazione Comuni virtuosi e referente della Scuola di Alt(r)amministrazione. In effetti, nel concitato periodo pre-elettorale che stiamo vivendo, può sembrare strano vedere politici andare oltre gli slogan, e testimoniare con il proprio operato che sprechi, clientelismi, corruzione e devastazione ambientale, fenomeni che siamo abituati vedere andare a braccetto con la politica, anche in Italia possono essere superati. Amministratori locali pronti a “mettere anche altri nelle condizioni di replicare esperienze virtuose”.

Una scuola anomala, dunque, con sei “materie di insegnamento”: gestione del territorio, impronta ecologica, rifiuti, mobilità, energia e integrazione sociale. Tutte quante con una caratteristica comune: la necessità di “guardare le cose da un’altra prospettiva”. Nella gestione del territorio, ad esempio, viene insegnato a passare dalla continua espansione edilizia al recupero e riqualificazione delle zone abbandonate, fino alla stesura di Piani di gestione del territorio a crescita zero. Nel campo dei rifiuti, invece, sempre grazie ai progetti e alle esperienze di comuni come Capannori (Lucca), Sasso Marconi (Bologna) o Camigliano (Caserta), si rivela come implementare la strategia “Rifiuti zero”. Per quanto riguarda l’energia, a farla da padrona è l’efficienza, vera risorsa troppe volte sprecata. Fra le esperienze più interessanti? Quella di Ponte nella Alpi (Belluno), dove con il risparmio energetico ci guadagnano sia i cittadini, che il Comune, che le imprese; o quella di Padova, dove dei semplici accorgimenti hanno permesso alla città di risparmiare un milione e mezzo di euro. Esempi di buone pratiche anche nella gestione dell’acqua, nella mobilità sostenibile e nell’integrazione sociale, spesso a partire dalla scolarizzazione dei bambini appartenenti alle minoranze etniche.

“La nostra è una scuola molto concreta, dove sindaci, assessori e consiglieri cercano di far conoscere il proprio percorso amministrativo partendo dai progetti realizzati” spiega Boschini. Il primo corso del 2013 si terrà presso il Castello di Padernello (Brescia) il 22 e 23 marzo. Sarà poi la volta di Padova, Gattatico (Reggio Emilia) e Piacenza, che di volta in volta ospiteranno la Scuola nell’arco di quest’anno. “I Comuni virtuosi però non sono un manipolo di buoni esempi di nicchia, irrealizzabili su larga scala. Sono e devono diventare al più presto la regola”, precisa Boschini: “Mandiamo quindi a casa una volta per tutte la brutta politica e ricostruiamo questa nazione, a partire dagli esempi che dimostrano quanto il cambiamento non sia solo necessario, ma possibile”.

 

Articolo Precedente

Ior, l’avvocato tedesco Ernst Von Freyberg nuovo presidente

next
Articolo Successivo

Mps, Mussari in Procura: lancio di monetine e grida, “Ladro, buffone”

next