Quando ho saputo della decisione del sindaco di Mira di revocare l’incarico di assessora allo sport a Roberta Agnoletto ho chiesto un commento a Sefi Idem che ricoprì dal 2001 al 2007, l’incarico di assessora allo sport nel comune di Ravenna. Nel 2003, quando aspettava Jonas, il secondo figlio, portò avanti gravidanza ed assessorato. “Il punto cruciale è la partecipazione delle donne alla vita politica del Paese, come sostenere politicamente questa partecipazione se poi si revoca il mandato ad una assessora perché incinta? E anche avesse dovuto fare un rimpasto della giunta, ha fatto questa scelta in un modo e in un momento molto infelice” ha detto Sefi Idem al telefono. La parola chiave è appunto partecipazione e non sarà possibile una partecipazione paritaria e completa delle donne alla vita politica e il pieno riconoscimento dei loro diritti, fino a quando la soggettività femminile sarà sacrificata dalle logiche maschili della politica, del mondo del lavoro e della società. E la soggettività femminile comprende anche l’eventualità che le donne restino incinte.

La politica in Italia penalizza fortemente le donne da almeno vent’anni, nella classifica del Gender Gap Forum, la condizione delle italiane è scesa nel 2012 dal 74° all’80° posto; l’erosione dei diritti nel mondo del lavoro ha colpito in modo particolare le lavoratrici che quando cercano un’occupazione si sentono domandare se hanno intenzione di avere dei figli e quando ne hanno sono licenziate o costrette ad abbandonare il lavoro perché in gravidanza. In un contesto politico disastroso come il nostro, che peso e che messaggio politico ha il gesto del sindaco di Mira?

Revocare l’incarico di assessore fa parte delle scelte di un sindaco ma Alvise Maniero che ha respinto le accuse di sessismo ha dato vaghe spiegazioni riferendo di scarsa presenza dell’assessora e di esigenze di riorganizzazione della Giunta. La politica non dovrebbe mirare solo all’efficienza e agli obiettivi da raggiungere, perché la politica la si pratica anche nelle relazioni umane con uomini e donne, ed è una responsabilità che investe ogni azione quotidiana. Sollevare dall’incarico una assessora perché incinta e farlo peraltro non con un colloquio personale e diretto ma tramite mail o interposta persona, rivela anche un atteggiamento da “capetto”.

E mentre Beppe Grillo che il 10 gennaio scorso vantava “abbiamo le donne!” (con un linguaggio peraltro sessista) se ne sta in un eloquente silenzio, le donne del Movimento 5 Stelle che hanno incontrato l’11 febbraio le donne di Snoq per proclamare l’impegno a fare politiche a sostegno delle donne, stanno in silenzio pure loro). Non un monosillabo almeno fino al primo pomeriggio di oggi, fatta eccezione per Orietta Vanin, assessora nella Giunta di Mira, che ha manifestato solidarietà alla collega Agnoletto. Il Movimento 5 Stelle vanta una alta percentuale di presenza di donne nelle liste ma più donne da un punto di vista numerico non significa nulla se ci si relazione con le donne sempre con logiche sessiste o che sono in odore di quelle logiche.

Nadia Somma 

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