“Ho deciso di rinunciare al ministero che il Signore mi ha dato nel 2005 in piena libertà, per il bene della Chiesa“. Benedetto XVI incontra i fedeli per la penultima udienza generale del suo pontificato, prima del ritiro annunciato per il 28 febbraio, e ribadisce quello che già ha detto lunedì scorso, quando ha annunciato l’addio al Concistoro. “Ho sentito quasi fisicamente in questi giorni per me non facili l’amore” che mi portate, ha aggiunto il papa rivolgendosi ai fedeli. “Continuate a pregare per me, per la chiesa per il futuro papa, il Signore ci guiderà”. Parole pronunciate a braccio. Il pontefice è entrato nell’Aula Paolo VI accolto da un lungo applauso della folla che gremisce la Sala Nervi, e, fra le acclamazioni dei fedeli, ha salutato la platea con viso sorridente. 

Il papa partirà per Castel Gandolfo alle 17 del 28 febbraio in elicottero, quando lascerà il Vaticano per l’ultima volta come Papa. In mattinata, ultimo atto ufficiale del pontificato, saluterà i cardinali: “Il Santo Padre è vicino al Collegio Cardinalizio che sente vicino”, ha detto il responsabile della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Poi “dalle 20 siamo in sede vacante e tutte le attività previste sono annullate”. 

L’inizio del Conclave deve essere stabilito tra i 15 e i 20 giorni dall’inizio della sede vacante, ha ribadito padre Lombardi. “Quindi se tutto si svolge senza problemi si può pensare che inizierà dal 15 marzo in poi”. In ogni caso la decisione della data “spetta ai cardinali riuniti nelle congregazioni generali”. Nella costituzione apostolica, infatti, si dice che da quando inizia la sede vacante hanno inizio queste congregazioni in preparazione del conclave, che hanno adempimenti giuridici e una “funzione importante di conversazione e di scambio sui problemi e la situazione della chiesa in modo da maturare criteri in funzione dell’elezione”. In modo, ha aggiunto padre Lombardi, da “arrivare ai giorni chiave del conclave con una preparazione”.

Benedetto XVI, prima di lasciare, incontrerà sabato pomeriggio il presidente del Consiglio Mario Monti e il sabato successivo, 23 febbraio, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Entrambi, ha aggiunto padre Lombardi, “hanno manifestato il desiderio di avere con il Papa un momento di saluto privato”. 

Lombardi: “Nei prossimi giorni il nuovo presidente Ior”
Lombardi ha annunciato tra l’altro che è “plausibile che nei prossimi giorni ci sia la nomina del presidente dello Ior. Era un processo avviato da molto tempo e non vedo perché si fermi per le dimissioni del papa”. Coincidenza vuole che avvenga dopo un anno e proprio a ridosso delle dimissioni del pontefice.

Il Papa: “Ho rinunciato in piena libertà”
Il Papa nell’udienza generale dice di aver rinunciato “dopo aver pregato a lungo ed aver esaminato davanti a Dio la mia coscienza, ben consapevole della gravità di tale atto, ma altrettanto consapevole di non essere più in grado di svolgere il ministero petrino con quella forza che esso richiede”. ”Come sapete, ho deciso di rinunciare al ministero che il Signore mi ha affidato il 19 aprile 2005”, ha affermato Benedetto XVI all’inizio dell’udienza, subito interrotto da un applauso. “Ho fatto questo – ha proseguito – in piena libertà per il bene della Chiesa, dopo aver pregato a lungo ed aver esaminato davanti a Dio la mia coscienza, ben consapevole della gravità di tale atto, ma altrettanto consapevole di non essere più in grado di svolgere il ministero petrino con quella forza che esso richiede”. “Mi sostiene e mi illumina – ha detto ancora il Papa – la certezza che la Chiesa è di Cristo, il Quale non le farà mai mancare la sua guida e la sua cura”. “Ringrazio tutti – ha aggiunto – per l’amore e la preghiera con cui mi avete accompagnato. Continuate a pregare per il Papa e per la Chiesa”.

“Le prove a cui la società attuale sottopone il cristiano sono tante, e toccano la vita personale e sociale” ha sottolineato Benedetto XVI. “Non è facile – ha affermato – essere fedeli al matrimonio cristiano, praticare la misericordia nella vita quotidiana, lasciare spazio alla preghiera e al silenzio interiore. Non è facile opporsi pubblicamente a scelte che molti considerano ovvie, quali l’aborto in caso di gravidanza indesiderata, l’eutanasia in caso di malattie gravi, o la selezione degli embrioni per prevenire malattie ereditarie”.

“Il deserto, dove Gesù si ritira, è il luogo del silenzio, della povertà, dove l’uomo è privato degli appoggi materiali e si trova di fronte alle domande fondamentali dell’esistenza, è spinto ad andare all’essenziale e proprio per questo gli è più facile incontrare Dio”. La catechesi di oggi era dedicata alle tentazioni di Gesù. “Ma il deserto – ha spiegato ancora Benedetto XVI – è anche il luogo della morte, perché dove non c’è acqua non c’è neppure vita, ed è il luogo della solitudine, in cui l’uomo sente più intensa la tentazione. Gesù va nel deserto, e là subisce la tentazione di lasciare la via indicata da Dio Padre per seguire altre strade più facili e mondane”. Così, ha commentato Benedetto XVI, riflettere sulle tentazioni a cui è sottoposto Gesù nel deserto è un invito per ciascuno di noi a rispondere ad una domanda fondamentale: “Che cosa conta davvero nella nostra vita?”.

Il ”nocciolo” delle tentazioni di Gesù nel deserto è “la proposta di strumentalizzare Dio, di usarlo per i propri interessi, per la propria gloria e il proprio successo. E dunque, – ha commentato il Papa – in sostanza, di mettere se stessi al posto di Dio, rimuovendolo dalla propria esistenza e facendolo sembrare superfluo. Ognuno dovrebbe chiedersi allora: che posto ha Dio nella mia vita? E’ Lui il Signore o sono io?”.

“Convertirsi – ha detto poi al termine della sua catechesi – significa non chiudersi nella ricerca del proprio successo, del proprio prestigio della propria posizione, ma far sì che ogni giorno, nelle piccole cose” la “verità” e l’amore “diventino la cosa più importante, grazie”.

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