Le Olimpiadi dicono addio alla lotta. La decisione del Comitato olimpico internazionale non è ancora definitiva (dovrà essere ratificata dall’Assemblea generale in programma a settembre a Buenos Aires), ma fa comunque scalpore. Il Comitato esecutivo del Cio riunito a Losanna ha proposto l’esclusione della storica disciplina dal programma olimpico dei Giochi del 2020. Ultimo appuntamento, dunque, alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, in programma nel 2016. La lotta è una delle discipline più antiche dei Giochi: la greco-romana si disputa fin dalla prima edizione di Atene 1896, mentra la libera entrò nel programma dai Giochi di St. Louis nel 1904.

Prima della riunione, la disciplina maggiormente candidata all’eliminazione era il pentathlon moderno. Poi il Cio ha optato per la lotta, basandosi sulla bassa valutazione ottenuta in una dettagliata analisi delle 26 discipline sportive olimpiche attualmente facenti parte del programma. Il massimo organismo internazionale ha utilizzato un totale di 39 criteri, tra cui audience televisiva, vendita di biglietti, numero di sportivi e attrattiva sui giovani.

Restano dunque 25 gli sport cosiddetti “di base” che avranno un posto garantito alle Olimpiadi del 2020: atletica leggera, canottaggio, badminton, basket, pugilato, canoa, ciclismo, equitazione, scherma, calcio, ginnastica, sollevamento pesi, pallamano, hockey, judo, nuoto, pentathlon moderno, taekwondo, tennis, ping pong, tiro, tiro con l’arco, triathlon, vela e pallavolo. La lotta si unirà agli altri sette sport in lizza per entrare nel programma come sport complementari: baseball/softball, karate, roller sports, arrampicata sportiva, squash, wakeboarding e wushu-vying. La presentazione delle otto discipline avverrà dinanzi al consiglio d’amministrazione nella riunione di San Pietroburgo, in Russia, a maggio. Sarà poi il Comitato esecutivo a scegliere quali di queste potranno essere incluse nel programma definitivo dei Giochi 2020. Gli ultimi esempi sono quelli di golf e rugby a sette, inclusi nel 2009 come sport aggiuntivi nel programma dei Giochi Olimpici del 2016.

Matteo Pellicone, presidente della federazione italiana di judo, lotta, karate e arti marziali (Fijlkam) e vice presidente della federazione internazionale di lotta (Fila) non nasconde la propria rabbia: “C’è grande amarezza per la decisione del Cio di escludere la lotta dai Giochi del 2020, perchè la lotta ha sempre fatto parte dei Giochi olimpici antichi. Il fatto che il Cio faccia queste proposte per l’Assemblea generale non fa altro che mortificare questa disciplina. Stiamo parlando di un’Olimpiade, non di World Games. E’ indispensabile che vi siano discipline, come l’atletica, il pugilato e gli sport di moda, ma non si possono togliere quelli che hanno fatto i Giochi antichi. Sono veramente dispiaciuto”.

Pellicone è in Thailandia per partecipare al direttivo della Fila e assicura che farà di tutto per far rivedere al Cio la propria decisione: “La federazione internazionale è qui per apportare delle modifiche al regolamento tecnico e certamente affronterà il problema. La lotta, non c’è dubbio, è uno sport in difficoltà come proselitismo, ma bisogna discutere e trovare altre soluzioni. Abbiamo 18 categorie di peso, possiamo pensare di ridurle, ma eliminare una disciplina che ha sempre fatto parte dei Giochi olimpici dell’antichità è veramente assurdo“.

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