Sono cassiere del supermercato, benzinaie, infermiere, operatrici sociali, modelle mancate. Ma, soprattutto, sono donne che non rifiutano di comparire in topless sulle pagine di un giornale che vende in certi giorni anche due milioni e mezzo di copie. Eppure, ora, tutto questo rischia di sparire. La pagina 3 del Sun, una tradizione britannica quanto il fish and chips e il cambio della guardia di Buckingham Palace, potrebbe essere cestinata. Lo ha fatto capire, con un tweet, Rupert Murdoch, magnate di News International, multinazionale dell’informazione proprietaria, nel Regno Unito, di Sky, del Times, del Sunday Times e, appunto, del Sun. Tabloid, quest’ultimo, che ha fatto delle allusioni sessuali, nei titoli e nelle fotografie, una vera e propria cifra stilistica, ma non per questo considerato meno “giornalistico” di altri quotidiani. Capace spesso di scoop e rivelazioni in esclusiva, il Sun ospita, da anni, foto di ragazze in topless nella famosa pagina 3. Tanto che nel Regno Unito dire a una donna che è “da pagina 3” significa quasi dire che è di facili costumi o, almeno, spregiudicata.

La ricetta è semplice: ogni giorno una ragazza diversa, in genere dai 18 ai poco più di 20 anni, rigorosamente senza reggiseno e alla quale vengono attribuite frasi che hanno molto a che fare con la cronaca del momento ma poco con la fotografia stessa. Così, Natalie, non molto tempo fa, intervistata diceva che “il matrimonio gay potrebbe portare a una società più giusta, penso che la Chiesa debba rendersene conto”. E, a dirlo, una Natalie fiera del suo seno e in posa erotica, come in una copertina di Playboy. Ma Murdoch, due giorni fa, rispondendo a un’attivista femminista che lo interpellava, ha scritto su Twitter: “La pagina 3 un prodotto del secolo passato? Forse. E sto riflettendo su di essa”. A punzecchiare il tycoon era stata Karen Mason di No More Page 3 (“Basta con la pagina 3”, ndr), un gruppo nato online e che in poco più di un anno è arrivato a raccogliere 65mila firme per l’eliminazione di un qualcosa di “sessista, misogino e maschilista”. Presieduta da Lucy Holmes, l’associazione ha portato avanti una campagna di boicottaggio, invitando le aziende a non comprare spazi pubblicitari sul Sun, fino a quando la pagina 3 non sarà un ricordo del passato.

Eppure giornalisti e direttori del Sun hanno sempre difeso questa “tradizione”. Dominic Mohan, attuale direttore del tabloid, in più occasioni ha detto che “in questo modo il Sun difende la bellezza”, che “così diamo voce e visibilità alle cassiere del supermercato e alle infermiere” e che “queste donne sono dei modelli per altre donne, modelli fra l’altro in ottima salute e molto salutari”. Già da diverso tempo circolano voci secondo le quali News International avrebbe intenzione di porre uno stop alla pagina 3. E ora il tweet di Murdoch appare come la prima, vera ammissione che anche il magnate – in grado di condizionare, con il suo apparato mediatico, elezioni politiche e temi di dibattito di mezzo mondo – è apparentemente stufo di uno strumento che sì, ha fatto grande il Sun in quanto a copie vendute, ma che forse ne ha compromesso la reputazione fra la popolazione britannica per troppo tempo. E ora, dopo lo scandalo intercettazioni dell’anno scorso, è forse giunto il tempo anche per il tycoon di cambiare registro.

Articolo Precedente

Sciopero di ginecologi e ostetriche, rimandati 1100 parti cesarei

next
Articolo Successivo

One billion rising, un flash mob per “sollevarsi” contro la violenza sulle donne

next