In questa corsa a confermare i sondaggi che sono diventate ormai le campagne elettorali, sembra che si debba compiere il  perenne destino del pareggio delle due forze maggiori, la remontada berlusconiana e la trincea di difesa del centrosinistra: il fortino democratico che perde colpi, cannonneggiato dalle due destre,   così Bersani offre un ramoscello d’ulivo a Monti e  quello gli risponde tranciandogli il braccio (sinistro).

Resto persuaso che la sconfitta di Berlusconi, come Parigi, valga bene una messa, ma non a dispetto dei Santi… il centro sinistra si è fidanzato al cospetto delle primarie con tre milioni di testimoni, Vendola e Bersani si sono giurati eterno amore, almeno fino alla formazione del governo, poi adesso ricomincia l’ im-moral suasion dell’occhio strabico rivolto al centro, si fa per dire, sotto il controllo severo di Scilla e Cariddi, ovvero Fini e Casini, i guardiani della rivoluzione riformista, peggio dei due mostri.

Era meglio che Bersani lo avesse detto subito che li si andava a parare  e si evitava questa pantomima, il problema torna sempre alla nostra sfiancata sinistra che dovrebbe impiegare il tempo non a odiarsi senza rimedio e invece  a cercare di capire come diventare una cosa seria, non è nei programmi di oggi purtroppo, chissà domani!

Non si può rimediare a questa “frittata” ormai è troppo tardi, però se dalle parti degli Ingroiani  rosso-verdi-arancioni, si riflettesse che sostenere da signori, quindi senza condizioni, il centrosinistra al Senato, nelle regioni chiave (Lombardia in particolare), costringerebbe il PD a non poter non ammettere che di quei voti ha maledettamente bisogno, servirebbe  a ritrovare un minimo di rapporto con SEL, alla quale le critiche fanno bene ma il  massacro non so a chi altro giovi, a parer mio solo a Grillo.

Se sul rush finale si recuperasse quel buon senso di cercare di non infliggersi un’altra sconfitta e si tirasse tutti nella stessa direzione, forse dopo i conti si potrebbero fare più serenamente, cosicchè  nessuno potrebbe alzare il falso spauracchio del voto utile, perché alla Camera questo è irrilevante e lo sarebbe ancora di più se si smettesse di litigare tra noi. Utile per inutile non vitiatur recitano i latinisti ovvero ciò che è valido non può essere viziato da una clausola invalida

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