Ricordate tutti cos’è il ‘butterfly effect’? Mi riferisco alla teoria (comprovata matematicamente) secondo la quale anche un evento infinitesimale può avere ripercussioni ampie e inattese dall’altra del pianeta.

Il 29 dicembre 1979 dal fisico Edward Lorenz presentò alla Conferenza annuale della American Association for the Advancement of Science, una relazione in cui ipotizzava come il battito delle ali di una farfalla in Brasile, a séguito di una catena di eventi, potesse provocare una tromba d’aria nel Texas. L’insolita quanto suggestiva relazione, diede il nome al cosiddetto butterfly effect, effetto farfalla.

Non di magiche ali di farfalla, ma di ali nere di avvoltoio, si parla nello scatenarsi della crisi finanziaria globale del 2008: le ali nere e raccapriccianti di Standard & Poors, che –secondo le tesi dell’accusa- per imbonirsi i clienti dava pagelle di merito a chi presto sarebbe stato svalutato o fallito, e ora citata in giudizio dal governo americano… Obama again! Ti battiamo le…ali!

E mentre di questi argomenti parlavo con le due figlie in cerca di tesina (V liceo e III media), inevitabilmente il discorso è finito sulla responsabilità individuale, su quanto ognuno di noi possa produrre il proprio ‘effetto farfalla’ (positivo o negativo, ampio o ridotto, prevedibile o imprevedibile) a partire dai piccoli comportamenti quotidiani, scelte e non scelte.

Come in psicologia è noto che ‘non si può non comunicare’ (se ne dubitaste, provate a stare muti di fronte a chi vi parla…) e socialmente ‘ogni comportamento è politico’ anche quando non vuole esserlo, parafrasando potremmo dire che ‘non si può non avere effetti’: possiamo solo cercare di orientarli.

Un collega ed amico, Massimo Pesci, ottimo ‘fundraiser’, riflettendo a mezza voce sul suo ruolo di organizzatore delle campagne di raccolta fondi nelle emergenze umanitarie, poco tempo fa mi disse:” Sai cosa penso spesso? Che se faccio male i piani di fundraising qualche persona in più probabilmente morirà” Brrrr..! Altro che farfalle, qui!

Carlo Maria Cipolla, nel suo divertente e geniale, allegro non troppo, “Le leggi fondamentali della stupidità umana”, dice che ci sono quattro tipi di persona: lo sprovveduto: fai il bene degli altri ma non il suo;  il bandito: fa il bene suo causando danno agli altri (ne abbiamo splendidi esempi in Italia e nel mondo finanziario); lo stupido: fa male agli altri e crea un danno anche a se stesso; l’intelligente: fai il bene proprio e quello altrui. Divertitevi voi a collocarvi e a collocare. Gli esempi, in Italia, soprattutto di stupidi e banditi, non mancano di certo, in particolare in chi (coerentemente) ci rappresenta: tanti battiti d’ala li spazzeranno via?

Ma oggi dove vuole andare a parare l’autore? Si chiederanno alcuni tra i commentatori che accompagnano i blog con le loro divertenti paranoie. A dire il vero non lo so, sono partito random e senza obiettivi. Mi viene solo da dire: insegniamo ai nostri figli ad essere, almeno loro, farfalle intelligenti: a battere forte le ali, a non rinunciare mai a volare. Per gli effetti, non ci resta che sperare!

Ps. Riprendo come promesso anche quest’anno il confronto con i lettori (gratuito). Per chi vuole,incontro open “manager e professionisti del no profit” presso sede Asvi Social Change, prossimo incontro Venerdì 22 Febbraio, dalle 16 alle 18, Viale Dell’Umanesimo 12 Roma. Prenotazione obbligatoria su M.Crescenzi@asvi.it Oggetto Mail : ‘Manager e Professionisti nel Non profit’.  

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