Dal 1998 il consorzio Agrorinasce recupera decine di beni confiscati alla camorra a Casal di Principe, San Cipriano, Casapesenna, San Marcellino, Santa Maria La Fossa e Villa Literno (Caserta). Da qualche anno, però, i comuni non pagano le quote al Consorzio (circa 30mila euro all’anno), che oggi vanta nei loro confronti un credito di circa un milione di euro. “Non abbiamo neanche più i soldi per pagare le spese più banali per l’attività corrente della società – dice Giovanni Allucci, amministratore delegato di Agrorinasce, dimissionario insieme agli altri membri del consiglio di amministrazione – se dovessimo chiudere avremmo ripercussioni gravi su almeno 12 beni confiscati. Amministriamo finanziamenti per circa 5 milioni di euro che si rischierebbe di perdere, mentre molti progetti non partirebbero neanche più”. Come quelli per il recupero di due ville confiscate alla famiglia Schiavone a Casal di Principe, una da destinare a un’associazione per ragazzi autistici, l’altra a un asilo nido pubblico, il primo e unico a Casale: “I lavori di ristrutturazione sono iniziati, ma ancora aspettiamo il pagamento del primo acconto del finanziamento da parte della regione Campania. Verrà gestito da una cooperativa sociale insieme a noi, ma se Agrorinasce dovesse scomparire dovranno decidere se voler continuare a gestire questo bene confiscato” di Andrea Postiglione

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