Protezione Civile e Ingv non ci stanno a passare per quelli che hanno innescato una specie di “evacuazione” di 6mila persone in Garfagnana. “Nessuna previsione né tantomeno un allarme relativo alla situazione in Garfagnana da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv)“. Lo ha spiegato all’agenzia Ansa lo stesso presidente dell’ente, Stefano Gresta. ”Ieri mattina abbiamo inviato un comunicato alla Protezione civile, così come facciamo due volte al giorno dall’inizio della sequenza”. La nota segnalava una scossa di magnitudo 3,3, la più forte e la più meridionale dall’inizio della sequenza: “Non c’è stata alcuna previsione da parte nostra, ma solo l’ipotesi che l’attivazione di una nuova faglia a Sud-Ovest avrebbe potuto provocare altre scosse”.

L’autore della nota, il funzionario di sala sismica Gianluca Valensise, ha rilevato che “le comunicazioni che l’Ingv invia ogni giorno alla Protezione civile contengono l’elenco delle scosse, le mappe e talvolta qualche valutazione. E’ quanto abbiamo fatto ieri mattina”. Queste note, ha spiegato Valensise, non sono pubbliche e contengono valutazioni espresse in un linguaggio tecnico. “Quando la Protezione civile ha deciso di rilanciare l’informazione contenuta nella nostra nota agli amministratori locali è probabile che il linguaggio tecnico, trasferito così com’era, abbia avuto un effetto dirompente su amministratori locali probabilmente già sotto tensione”. La popolazione è stata avvertita via social e tramite i media locali di lasciare le abitazioni e circa 6 mila persone hanno dormito fuori casa

“Nessuno ha mai parlato di evacuazione, perché ritenevamo che vi fossero delle condizioni che non modificassero il quadro generale, che resta comunque quello di una situazione di pericolosità” fa sapere il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli sottolineando che in ogni caso i sindaci hanno agito “in maniera responsabile”. Gabrielli ha ricordato che da oltre un anno l’attenzione del Dipartimento è alta su quella zona, anche alla luce dei documenti con i quali la commissione Grandi rischi, a giugno e dicembre, aveva ribadito che quello della Garfagnana è un territorio ad alta sismicità e non si potevano escludere altri eventi sismici. Concetti ripetuti dallo stesso Gabrielli nell’incontro avuto con i sindaci proprio il 30 gennaio. La nota dell’Ingv che ha fatto scattare l’allarme, ha poi aggiunto Gabrielli, non era basata su alcun elemento “probabilistico o deterministico ma, semplicemente, su un approccio statistico“. Non c’era e non c’è dunque alcuna possibilità di prevedere l’arrivo di ulteriori scosse, ma l’informazione è stata data per permettere al sistema di Protezione civile di attivarsi al meglio. “Appoggio e sostengo il comportamento dei sindaci – conclude – compreso l’utilizzo dei social network”. Ciò che è accaduto la notte scorsa in Garfagnana è anche il “frutto avvelenato della sentenza de L’Aquila” sulla commissione grandi rischi. Per Gabrielli non è si trattato né di un “eccessivo allarmismo” né, tantomeno, di uno “scaricabarile” tra istituzioni che non vogliono assumersi le proprie responsabilità.

 

 

 

Sul caso Garfagnana interviene anche  sismologo Enzo Boschi, ex presidente dell’Ingv: “E’ stato lanciato un allarme, è normale che la gente si sia riversata per strada. La Garfagnana è indubbiamente una zona sismica dove si possono verificare terremoti notevoli, come quello del 1920. Bisogna tenerne conto. La gente scappa non perché ha paura del terremoto – rimarca Boschi – ma perché non sa come sono state costruite le case nelle quali vive. Serve un grande progetto di messa in sicurezza del paese, non è vero che costa troppo. Tutto il resto sono chiacchiere. Se non si costruiscono edifici antisismici – conclude – continueremo con questo caos”. 

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