Cappuccini e brioche, ma anche le bollette di luce e telefono di casa. Un master per “vincere le elezioni”, ma anche manifesti contro Lega e Formigoni. Fatture per viaggi in taxi, biglietti ferroviari ma anche una pianta. Non manca un barattolo di Nutella e l’iscrizione all’ordine dei giornalisti. Sono alcune delle spese contestate dalla Procura di Milano ad alcuni dei 29 indagati dell’opposizione. Tutti accusati di peculato per aver usato i soldi pubblici per spese ritenute private. Poco più di un mese fa, era il 14 dicembre, i capigruppo regionali di Pd, Idv e Sel in regione Lombardia si difendevano e dichiaravano la loro fiducia nei pm di Milano, che dopo aver indagato 62 consiglieri del centrodestra, avevano messo nel mirino degli uomini della Guardia di Finanza anche l’altra parte dei politici che sedevano nei banchi del Pirellone.

Luca Gaffuri (Pd), Stefano Zamponi (Idv) e Chiara Cremonesi (Sel), tutti indagati, scrivevano insieme in una nota: ”Auspichiamo che la magistratura faccia rapidamente chiarezza, per parte nostra siamo certi che le risorse sono state impiegate secondo le modalità previste dalla legge”. Tra coloro che dovranno rispondere di peculato ci sono anche Elisabetta Fatuzzo (Pensionati) e Gianmarco Quadrini (Udc). A un mese dalla bufera di avvisi di garanzia, in due tranche, sui partiti del centrodestra: soprattutto Lega e Pdl arriva il conto preliminare anche per l’opposizione. 

La Procura di Milano con i pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio, coordinati dall’aggiunto Alfredo Robledo, una prima idea chiara su i capigruppo e altri 26 tra consiglieri ed ex consiglieri se la sono fatta. E per questo li invitano a spiegare convocandoli in Procura (22  i convocati in Procura altri 7 hanno ricevuto o riceveranno a breve solo l’avviso di garanzia). Quella documentazione dal 2008 in poi, messa a disposizione delle Fiamme Gialle, con la sicurezza di chi non ha nulla da nascondere o quasi,visto che a settembre il fattoquotidiano.it aveva chiesto la possibilità di vedere le fatture delle spese fatte con i soldi dei rimborsi elettorali e solo Idv e Sel le avevano mostrate, mentre il Pd aveva risposto no (per poi mettere on line un consuntivo ‘depurato’ e non specifico relativo al 2012), però ha mostrato agli inquirenti una serie di spese strane come una fattura per un regalo di nozze: poco meno di 300 euro spesi per un collaboratore del gruppo Pd.

I tre capigruppo ipotizzavano che si trattasse “di un atto conoscitivo di tutta l’attività della Regione dal 2008 ad oggi, all’interno di un’operazione trasparenza nata dalle Risultanze delle indagini su Boni, Nicoli Cristiani, Buscemi e altri”. E invece no. Tra quelle spese annuali, fino a 2 milioni di euro, di soldi pubblici gli investigatori hanno trovato elementi che hanno portato all’iscrizione dopo aver analizzato scontrini, ricevute e fatture nei venti faldoni e nei sei scatoloni di documenti presi al Pirellone. Gaffuri, ribadendo la fiducia nel lavoro dei pm e garantendo la piena disponibilità ai chiarimenti, dice ”Siamo certi di poter dimostrare di aver utilizzato le risorse a nostra disposizione per attività politica e istituzionale, nella nostra documentazione non si troveranno spese per cartucce da caccia o per banchetti di nozze. Nella nostra contabilità i rimborsi diretti dei consiglieri sono meno del due percento del bilancio del gruppo, il resto sono attività di funzionamento, di comunicazione e per il personale”.

Tra i nomi di spicco quello di Giuseppe Civati; tra i ‘giovani’ più in vista del partito nonché “rottamatore”, ha speso – secondo il capo di imputazione – una somma complessiva di 3145,99 euro negli anni 2008, 2009, 2010, 2011, 2012 per spese “estranee all’espletamento del mandato”. Tra queste vengono segnalate molte corse in taxi, qualche posteggio, biglietti ferroviari, francobolli, pernottamenti in hotel. “Sono fiducioso nel lavoro dei magistrati, ho sempre rendicontato voce per voce tutte le mie spese, che non riguardano pranzi, cene, aperitivi o acquisti di beni per me o per altri, ma solo trasferimenti in qualità di consigliere regionale. Trovate una illustrazione nella nota che scrissi all’inizio dell’anno. Ovviamente, sarà mia premura informarvi sullo sviluppo dell’indagine che, a questo punto, riguarda anche me”.

Tra gli esborsi mostrati pubblicamente dai tre principali partiti dell’opposizione in Consiglio, ci sono anche voci simili a quelle che hanno messo nei guai i rappresentanti del Partito delle Libertà e della Lega, come cene e pranzi. Il gruppo del Pd l’anno scorso ha speso più di 10 mila euro tra ”catering”, ”coffee break” e ”consumazioni bar”. E poi pranzi da ”173 euro”, pernottamenti in hotel da ”193 euro”, 500 euro per ”servizi fotografici” fino ad arrivare ai 9.360 euro che il consigliere Carlo Borghetti (che non è indagato, ndr) si sarebbe fatto rimborsare per aver dato alle stampe il suo libro ”I miei primi 2 anni in consiglio regionale”, e i 2670 euro spesi da Carlo Spreafico per pubblicare ”Tramonto celeste, alba democratica”, una sorta di libretto per la caduta di Roberto Formigoni. Anche tra le spese di Sel figura un conto da 250 euro in un ‘sushi bar’ e in quelle dell’Idv si parla di 350 euro spesi in trattoria, oltre a qualche buffet e ad alcuni acquisti in pasticceria. Spreafico e la vice presidente del consiglio regionale Sara Valmaggi, entrambi indagati, nel novembre del 2011 avevano deciso di rinunciare sia all’auto di servizio sia al rimborso per il mancato suo utilizzo proprio per limitare le spese. E proprio a Spreafico viene contestato l’acquisito barattolo di Nutella da 2 euro e 70 centesimi e l’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia nel 2008 pagata 101 euro. Tra le altre spese sospette anche 160 euro ‘investiti’ da Rinaldi Gomme nel giugno del 2008, acquisti per 126 e 66 euro alla ‘Cartolibreria dello studente’ nell’ottobre 2008.  

Hanno ricevuto invito a comparire anche Alessandro Alfieri (Pd), Angelo Costanzo (Pd), Enrico Marcora (Udc), Franco Mirabelli (Pd), Carlo Porcari (Pd), Francesco Prina (Pd) e Antonio Viotto (Pd). Anche Mirabelli dice di essere fiducioso: “Mi vengono contestate spese che sono certo di poter giustificare come coerenti con la mia attività politica e istituzionale, di aver operato onestamente e di non aver mai utilizzato i soldi della Regione per ragioni diverse da quelle previste dalla legge. Ho piena fiducia nella magistratura e sono certo che riuscirò a dimostrare la mia estraneità ad ogni atto illecito. Resta l’amarezza e la rabbia di constatare come si tenti, per una cifra complessiva di 6.000 euro, 100 euro al mese per 5 anni quasi la totalità in spese di rappresentanza (questa è l’entità della somma che mi contestata), di associarmi a chi ho combattuto in questi anni ed è stato protagonista di vicende gravi come quelle a cui abbiamo assistito in Regione Lombardia“.

Cappuccini e brioche, focacce e spremute, biglietti ferroviari, rifornimenti di benzina e un master dal titolo ‘vincere le elezioni’ a 59 euro sono invece alcune delle spese contestate a Cremonesi “in qualità di Presidente del Gruppo Sel e consigliere presso la Regione Lombardia”. Nel ‘carrello’ della Cremonesi e del suo gruppo, che ha speso 11.4827,70 euro tra il 2010 e il 2012, finiscono anche abbonamenti settimanali ai mezzi pubblici e parcheggi, una piantina floreale da 30 euro, 6534 euro sborsati il 20 marzo 2012 per l’ottimizzazione dei contenuti all’interno del sito, progetto a favore di www.giuliocavalli.net, manifesti ‘Lega Ladrona’ e ‘Formigoni go home’. Coi soldi dei rimborsi regionali Prina, secondo la Procura, ha pagato diverse bollette ricevute da Enel e Telecom. Il paese in cui sono intestate le bollette è Corbetta, lo stesso dove è nato e risiede. Tra quelle telefoniche più ‘salate’ una da 115 euro e 50 centesimi pagata nel giugno del 2008. 

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