Il campionato europeo di calcio per nazioni nella sua nuova versione “itinerante”, in giro per l’Europa, comincia a trovare una fisionomia concreta. Dopo l’annuncio del 6 dicembre, quando Platini comunicò che la fase finale di Euro 2020 si sarebbe giocata in 13 Paesi diversi in omaggio al 60esimo anniversario della competizione, il comitato esecutivo Uefa a Nyon ha approvato i principi chiave della nuova manifestazione. Innanzitutto è stato confermato che le partite saranno suddivise in 13 pacchetti diversi, e che a ogni nazione sarà assegnato un massimo di un pacchetto: ovvero una serie di partite da giocarsi nella stessa città.

Ci sono 12 pacchetti ordinari, che comprendono tre partite della fase a gironi e un turno a eliminazione diretta (ottavo di finale o quarto di finale). E un pacchetto speciale che comprende le due semifinali e la finale, che si giocheranno quindi anch’esse tutte nello stesso stadio. Poi è stato deciso che ogni federazione potrà presentare al massimo due candidature – una per il pacchetto ordinario e una per lo speciale – che potranno anche essere di due diverse città. Anche se, al momento dell’assegnazione, una esclude l’altra. In ognuno dei sei gironi saranno inserite al massimo due nazioni ospitanti, e saranno garantite almeno due partite in casa.

Ovviamente nessuna nazione che ha vinto l’assegnazione di un pacchetto sarà automaticamente qualificata alla fase finale a 24 squadre. Bisognerà sudarsela nelle qualificazioni. Mettiamo per esempio che Roma dovesse ottenere l’assegnazione di un pacchetto ordinario. Questo significa che se l’Italia avrà ottenuto la qualificazione a uno dei 6 gironi a 4 squadre della fase finale, giocherà almeno due partite a Roma. Però, se è stabilito che Roma ospiterà anche almeno un ottavo o un quarto di finale, non è invece garantito che sarà quello in cui giocherà l’Italia se dovesse passare il turno.

Entro settembre 2013 la Uefa dovrà ricevere i dossier con le candidature, poi comincerà la valutazione e a settembre 2014 comunicherà le 13 città scelte per ospitare Euro 2020. L’Europeo itinerante – spiegano dalla Uefa – dovrebbe favorire quelle nazioni piccole che anche in una candidatura congiunta, come quelle di Galles-Scozia-Irlanda e Azerbaijan-Georgia, non sarebbero state in grado di ospitare un torneo a 24 squadre. In questo modo sarà invece più semplice per loro ospitare solo tre/quattro partite. Oltre alle candidature di cui sopra, altre nazioni che si erano dette interessate ad ospitare Euro 2020, e si sono poi ritirate dalla corsa, erano Belgio, Bosnia, Croazia, Serbia, Romania, Bulgaria e Ungheria. Ora saranno favorite nella corsa al pacchetto.

Dovrebbe farcela anche l’Italia, che ha perso per un soffio le ultime assegnazioni, compresa quella di Euro 2016 andata alla Francia. E non vanno dimenticate evergreen come Germania e Olanda. Oltre all’unica nazione che il 6 dicembre ha votato contro la decisione dell’Europeo itinerante. Ovvero la Turchia, che con Istanbul è già rimasta una delle tre sole candidate a ospitare le Olimpiadi del 2020 (con Tokyo e Madrid, la decisione il 7 settembre) e voleva fortemente anche Euro 2020. Istanbul parte quindi in vantaggio per l’assegnazione del pacchetto della finale. Anche se le vie di monsieur Platini sono infinite e misteriose.

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